"Il governo intervenga: senza crediti bancari è fallimento". È la Cna, per bocca del segretario generale Sergio Silvestrini, a lanciare l'allarme rosso sui bonus edilizi. Le risorse per il Superbonus sono esaurite e le banche non si accollano più i crediti.
"Gli incentivi per la riqualificazione degli edifici prevedono l'opzione dello sconto in fattura-spiega Silvestrini-. L'impresa è chiamata ad anticipare al cliente l'ammontare del bonus per conto dello Stato. Per pagare fornitori, stipendi e imposte deve poter cedere quel credito altrimenti la crisi di liquidità e il fallimento sono conseguenze inevitabili. Abbiamo segnalato che oltre 60 mila imprese artigiane non riescono a vendere quei crediti e circa 33 mila rischiano la chiusura con la perdita di 150 mila posti di lavoro".
"Chiediamo una soluzione rapida ed efficace -ribadisce il manager Cna-. Rischiamo di azzoppare un settore trainante che ha contribuito per un terzo al recupero del pil del 2021, ha registrato l'aumento del 14% dell'occupazione, del 16% degli investimenti e del 24% della produzione".
"È un imperativo per il governo e il parlamento quello di evitare il fallimento di decine di migliaia di imprese della filiera delle costruzioni -dice Silvestrini-. Siamo davanti a un paradosso economico: attività che rischiano di chiudere a causa di continui cambiamenti di regole che hanno paralizzato il mercato dei crediti d'imposta legati ai bonus edilizi".
In parlamento, intanto, circolano alcune proposte per riattivare il mercato dei crediti. "È la conferma della gravità della situazione -ribatte Silvestrini-. Purtroppo le ipotesi non offrono alcuna garanzia di far ripartire la cessione dei crediti. Si parla anche di scambiarli con titoli di Stato, una possibilità che non dovrà essere riservata solo a banche e assicurazioni. La soluzione deve riguardare in primo luogo le imprese della filiera che hanno i cassetti fiscali pieni di crediti ma non liquidità".
Il Superbonus è ritenuto responsabile di distorsioni del mercato, impennata dei costi, mancanza di trattative sul prezzo tra imprese e clienti. Adesso è in bilico il suo futuro. "Calibrare bene gli incentivi è la premessa per il loro buon funzionamento -sottolinea il segretario Cna-. Non devono essere un doping che altera il mercato ma essere sostenibili in funzione di obiettivi chiari e misurabili. Rischiamo di replicare il copione del conto energia: boom iniziale di rinnovabili al ritmo di 6-7 GW l'anno di nuova potenza per crollare a 0,7-0,8 GW degli ultimi anni".
"Da tempo -aggiunge Silvestrini- sollecitiamo un riordino del sistema di incentivazione all'edilizia per coniugare l'esigenza di assicurare un volano alla crescita grazie allo straordinario effetto moltiplicatore delle costruzioni con gli obiettivi di riduzione delle emissioni e messa in sicurezza degli immobili. Le abitazioni sono altamente energivore, incidono sui consumi per il 45%, più dei trasporti e della manifattura. La domanda è come interveniamo per migliorare l'efficienza energetica di un patrimonio immobiliare che per il 57% è stato costruito prima del 1970. Immaginiamo divieti come per l'auto, dove a una certa data si dovranno spegnere le caldaie?".
"Occorre un confronto tra Governo e parti sociali su come affrontare questa transizione sfruttandone le opportunità e minimizzando i rischi -prosegue Silvestrini-. Discorso che vale anche per il potenziamento dell'energia da fonti rinnovabili. Una regia è quanto mai necessaria, non basta semplificare le procedure".