La Procura di Genova vuole vederci chiaro sulla vendita di Autostrade per l'Italia a Cassa depositi e prestiti e ha acquisito la documentazione della transazione tra Atlantia e lo Stato. I pm che indagano sul crollo del Ponte Morandi ne hanno chiesto e ottenuto la trasmissione dalla Corte dei Conti di Roma, che sulla negoziazione aveva espresso "criticità" e "perplessità" su molti aspetti.
Tra gli aspetti controversi c'è il rischio di contenziosi per lo Stato, ma anche i disallineamenti sulle cifre che Autostrade per l'Italia avrebbe dovuto investire senza rifarsi sui pedaggi e la mancata considerazione dei pareri dell'Autorità di regolazione dei trasporti, ancorché non obbligatori.
Ad aprile la sezione collegiale della magistratura contabile aveva definitivamente dato il via libera all'operazione ma i magistrati liguri hanno ritenuto di integrare quegli atti al processo di Genova, come nuovi elementi di indagine. Questo perché il contesto in cui è maturata la strage di Genova è quello di manutenzioni che negli anni sono calate, mentre i profitti del gruppo Atlantia-Autostrade aumentavano. E, come se non bastasse, è poi arrivato pochi giorni fa l'atto finale, ossia l'operazione di vendita che ha portato la società in mano ai Benetton a incassare (ancora) oltre 8 miliardi di Euro.
Sul prezzo della compravendita, e su presunte irregolarità nel calcolo del reale valore della società, è aperto un fascicolo in mano alla Procura di Roma: si tratta di un'indagine della Guardia di Finanza, nata da un esposto, che ipotizza tra i vari reati la truffa ai danni dello Stato.