Addio a Michail Gorbaciov, l’ultimo presidente dell’Urss (Unione delle repubbliche socialiste sovietiche). Lo ricordiamo, tra le tante cose, per gli accordi contro la proliferazione delle armi nucleari a medio raggio Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty (Inf Treaty), siglati a Washington l'8 dicembre 1987 con il presidente statunitense Ronald Reagan. Malato da tempo, si è spento nelle scorse ore in un ospedale di Mosca, dove era ricoverato.

Il politico russo sarà sepolto nel cimitero di Novodevichy, nella capitale russa, dove giacciono i resti di personaggi di spicco della storia del Paese, ma dove riposano anche i resti della moglie Raissa Gorbaciov. È quanto riporta l'agenzia di stampa russa "Tass", che ha dato la notizia del decesso. 

Padre della nuova attitudine politica denominata "glasnost" (trasparenza e diritto di critica) e delle riforme della "perestroika" (politiche, sociali ed economiche), inaugurò un periodo di cambiamento che portò alla caduta del sistema sovietico. Tra i suoi traguardi: la fine dell'occupazione dell'Afghanistan (1989), l'accordo sugli euromissili ed il disarmo, la piena liberà dei Paesi dell'Est europeo di seguire la propria strada, senza che Mosca imponesse più la sua politica con la forza.

Nel 1990 Gorbaciov ha ricevuto il premio Nobel per la pace come artefice della fine della Guerra fredda, con la caduta del muro di Berlino nel 1989 ed il disarmo nucleare. Fautore di una politica di riavvicinamento con l'Occidente, è stato uno dei maggiori protagonisti della politica mondiale negli anni '80.