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Energia ed ambiente. Assessori sardi incontrano ministro Pichetto Fratin

"Chiediamo al Governo di sostenere transizione verde nell'isola"

Il dialogo con il Governo è aperto e leale e va nella direzione della transizione energetica e dell’ecosostenibilità ambientale. Lo affermano gli assessori sardi dell’Industria e della Difesa dell’ambiente, Anita Pili e Marco Porcu, che ieri, in qualità di coordinatori della commissione Ambiente, Energia e sostenibilità della Conferenza delle Regioni, hanno incontrato a Roma il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin.

"Abbiamo portato all’attenzione del ministro –spiegano– le misure previste dalla Regione Sardegna nel Piano energetico ed ambientale (Pears) e nella legge sull’energia, in materia di transizione energetica. Abbiamo illustrato le attività già intraprese, come quelle relative alle comunità energetiche, che potranno continuare a formarsi ed a crescere grazie ai recenti decreti attuativi che assegnano ulteriori 4 milioni di Euro al loro sviluppo. Relativamente al Pnrr -proseguono gli assessori– ed alle misure che è possibile portare avanti con i fondi ad esso correlati, abbiamo ricordato, oltre alle stesse comunità energetiche, ed alle importanti ricadute in materia di economia circolare che queste generano, il percorso che la Sardegna sta portando avanti sull’idrogeno e sul metano”. 

L’incontro è stato anche, per i due esponenti della Giunta Solinas, occasione di sottoporre al ministro alcune criticità che riguardano la Sardegna, in particolar modo quelle relative al costo dell’energia: “Anche in questa sede abbiamo ribadito l’urgenza di un intervento sulle misure per le imprese energivore, in particolare la Portovesme Srl, per la quale, in mancanza di interventi urgenti, è prevista la fermata degli impianti a gennaio 2023. Un fermo che la Sardegna non può permettersi. Vanno necessariamente rivisti i parametri di funzionamento del decreto sull’Energy Release, perché possa garantire, come la Sardegna chiede da tempo, che venga fissata una quota di riserva di energia per le Isole maggiori, penalizzate dai costi di trasporto oltre che dai rincari dell’energia stessa. Misure che, oltre a garantire la tutela dei presidi industriali e la sicurezza dei posti di lavoro, darebbero il giusto risalto al principio di insularità che ci contraddistingue”.

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