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Associazioni per ambiente scrivono a Salvini

Non c’è sicurezza stradale senza mobilità sostenibile

Le dichiarazioni dei giorni scorsi del ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini in tema di sicurezza stradale e dei provvedimenti da lui previsti hanno indotto le associazioni per l'ambiente, la mobilità sostenibile e la sicurezza stradale a scrivere nuovamente al ministro con la richiesta di un confronto urgente.

Da tempo attive su questa tematica le associazioni Fiab, Kyoto Club, Fondazione Michele Scarponi, Amodo, Clean Cities Campaign, Legambiente ribadiscono che per garantire la sicurezza stradale è necessario sviluppare la mobilità sostenibile che, come accade da anni in Europa e come scientificamente provato da numerose ricerche, è unica via per arrivare a risultati concreti e per ridurre la strage sulle strade, prima causa di morte per i giovani in Italia. 

Per questo le associazioni sottolineano come le misure annunciate dal ministro -come gli interventi repressivi sui ciclisti e gli utenti della micromobilità elettrica (che sono due utenze diverse e non vanno confuse)- non inciderebbero affatto sull’attuale strage stradale ma anzi ritarderebbero un vero cambiamento nei comportamenti alla guida, necessario per fermare la terribile tendenza di cui l’Italia detiene in Europa il triste primato (un incidente ogni due minuti e mezzo e un morto ogni tre ore causato da un mezzo motorizzato e il più alto numero di morti in ambito urbano).

Per salvare vite umane sono, invece, prioritari gli interventi sulle prime cause di incidenti in Italia -distrazione alla guida, velocità eccessiva e mancate precedenze (Istat 2021)- attraverso l’integrazione tra le diverse composizioni modali di trasporto, l’abbassamento della velocità urbana e l'inasprimento di controlli e sanzioni contro la violazione dei limiti e la guida distratta dall’uso degli smartphone. 

Va ovviamente nella direzione giusta contrastare anche chi guida sotto l’influsso di alcool e droghe, sapendo però che tali comportamenti sono causa di solo il 4% degli incidenti (6500 su 151.875 totali, dati ministero dell'Interno).

Prendendo comunque atto dell'impegno manifestato dal ministro sul tema della sicurezza stradale, le associazioni ribadiscono l’urgenza di un tavolo di confronto sulla revisione del Codice della strada e chiedono di entrare nel tavolo sulla sicurezza stradale annunciato dal ministro, per potersi confrontare sulle effettive priorità di intervento e per l'avvio di politiche rapide che incidano efficacemente sull'attuale modello di mobilità, che genera costi umani e sociali inaccettabili.

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