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Meno navi cargo nei porti americani

Mossa armatori per compensare calo costi spedizione via mare

Numerose compagnie di navigazione, tra cui l'italo-svizzera Mediterranean Shipping Company (Msc) e la danese Maersk stanno diminuendo il numero di viaggi in mare. Si tratta di una mossa che ha come obiettivo quello di compensare il calo dei costi delle spedizione via mare, registrato nel post-pandemia, ma che potrebbe innescare ulteriori disagi nelle catene di approvvigionamento, causando ritardi nella consegna delle merci. 

È quanto emerso in occasione di un'importante conferenza sulla navigazione marittima, che si è tenuta questa settimana a Long Beach, in California, negli Stati Uniti. Il convegno segna tradizionalmente l'inizio "non ufficiale" delle trattative sulle tariffe di spedizione, che costituiranno la base dei contratti annuali tra corrieri, spedizionieri e loro clienti statunitensi, tra cui Amazon e Walmart. 

Il punto focale dell'attuale catena di approvvigionamento globale è la rotta commerciale Asia-Stati Uniti, la più redditizia ma anche la più controversa per gli armatori. Tanto che nel solo mese di gennaio 2023 il porto di Los Angeles ha registrato 17 viaggi in meno tra le navi cargo. Una mossa che ha costretto un'azienda di giochi come Mga Entertainment a riprogrammare il 75% delle spedizioni via mare. 

Prima del calo della domanda di spedizioni via mare, gli armatori registravano guadagni record. Basti pensare che lo stesso colosso dei giocattoli oggi paga circa 1150 dollari per spedire un container, mentre durante la pandemia il costo era di circa 18.000 dollari. Tuttavia, secondo il giornale economico americano "Bloomberg" è ancora presto per dire che il problema dei prezzi è passato.

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