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Aci: primo report al Senato sulle "auto storiche"

Analisi del motorismo storico in Italia

Le auto storiche interessano ed appassionano sempre più gli italiani. Il mercato di questa tipologia di vetture si espande con positive ricadute su tutta la filiera, sul turismo e sull’indotto generato dalla manutenzione, dalle fiere, dalle mostre e dalle manifestazioni a cui partecipano proprietari ed estimatori, tra cui sempre più giovani. Sono 5,2 i miliardi spesi all’anno per il mantenimento delle auto storiche e quasi due i miliardi spesi annualmente per la partecipazione a manifestazioni ed eventi dedicati a questo mondo. Un settore per il quale si richiede una regolamentazione normativa nazionale che distingua le auto storiche da quelle semplicemente vetuste.
 
È quanto emerge dall’indagine “Il motorismo storico in Italia. 1° Rapporto sul mondo delle auto storiche”, realizzata dalla Fondazione Filippo Caracciolo, il centro studi dell’Aci, e presentata oggi al Senato. Per la prima volta viene analizzato il tema dal punto di vista normativo, economico e sociale, con dati ed elaborazioni che disegnano un fenomeno in crescita ed un mercato che presenta notevoli prospettive di sviluppo.
 
“Per la prima volta –ha dichiarato il presidente dell’Automobile Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani- abbiamo uno studio sul motorismo storico che offre un’analisi approfondita di un fenomeno che coinvolge milioni di italiani, tra proprietari ed appassionati. È un mercato non più di nicchia che si sta espandendo con ricadute economiche significative, in termini di valore ed indotto, e che appassiona sempre di più anche le giovani generazioni. I dati presentati in questo rapporto confermano l’urgenza di distinguere, a livello normativo, le auto storiche dalle auto vecchie, che sono insicure, fortemente inquinanti e non presentano alcun valore storico né collezionistico, anche per consentire alle amministrazioni comunali di capire a quali consentire e a quali, invece, negare l’accesso ai centri storici”.

“Tutto questo –ha concluso Sticchi Damiani– non solo per tutelare il valore di veicoli unici, testimoni dell’evoluzione dell’ingegno umano, della tecnologia, dello stile e del design ma anche per evitare la crescita di preoccupanti sacche di elusione fiscale. Le auto storiche devono essere tutelate, le auto vecchie, invece, sostituite, e, per il bene dell’intero sistema-mobilità, i loro proprietari devono essere messi in condizione di acquistare auto più sicure, più efficienti e più rispettose dell’ambiente”.

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