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Rischi e costi per la navigazione nel Mar Rosso

Impatto dei conflitti sulla situazione

L'escalation di tensioni nel Mar Rosso, in particolare gli assalti dei ribelli Houthi, sta avendo ripercussioni significative sul settore navale, inducendo compagnie di navigazione a modificare o persino sospendere le rotte abituali. L'Onu riporta un calo del 39% delle navi transitate per il Canale di Suez a dicembre, causando una diminuzione del 45% nel volume di merci trasportate.

All'interno di questo contesto turbolento, Manuel Grimaldi, a capo della Grimaldi Lines e presidente della International Chamber of Shipping, esprime profonda preoccupazione per le condizioni delle flotte e la sicurezza degli equipaggi, denunciando attacchi e bombardamenti alle navi. Egli riconosce l'efficace intervento del Governo italiano nell'assicurare un passaggio pacifico nel canale attraverso la scorta di navi militari.

Tuttavia, l'adattamento alle nuove circostanze comporta costi ingenti per l'industria. Evitare la rotta tradizionale via Suez per circumnavigare l'Africa può significare un aggravio di 1,5 milioni di Euro per ogni nave, senza contare gli aumenti nei premi assicurativi.

Questi cambiamenti di rotta rischiano di escludere dal circuito commerciale marittimo i porti italiani come Livorno, Genova, Napoli, Gioia Tauro, ed altri scali mediterranei, a vantaggio di altri nodi strategici come Rotterdam ed Amburgo. Un possibile prolungamento delle tempistiche di consegna delle merci ed un ulteriore incremento dei prezzi al consumo rappresentano preoccupanti effetti a cascata per l’economia europea.

Grimaldi identifica nella diplomazia un'essenziale chiave di risoluzione, sottolineando l'importanza di un intervento europeo coordinato per mitigare le tensioni e preservare le dinamiche commerciali. Egli pone in rilievo l'abile gestione del Governo italiano e sottolinea la necessità di un impegno maggiormente concertato da parte delle potenze mondiali per ripristinare la stabilità e garantire la sicurezza nel traffico marittimo.

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