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Crisi del lavoro al porto di Salerno

A rischio dimezzamento organico di una cooperativa

A rischio il dimezzamento dell’organico della cooperativa unica lavoratori portuali Flavio Gioia, che opera come fornitore di manodopera temporanea presso il porto campano di Salerno. Le giornate di lavoro sono scese infatti da 25.000 a 16.000 e nel 2024 potrebbero diminuire ulteriormente fino a 13.000. Una tendenza che mette a repentaglio 75 posti di lavoro.

"Rispetto a quando ottenemmo l’autorizzazione sono state persi 12.000 turni, il 48%, a sostanziale parità di merce. Questi turni chi li sta effettuando? A noi serve il lavoro, basta chiacchiere, basta assunzioni da parte delle imprese operanti nel porto di Salerno, basta deregolamentazione del lavoro portuale con interscambio di manodopera, basta gestione dei picchi di lavoro senza ricorrere al personale della cooperativa, basta impiegare nelle operazioni portuali soggetti e lavoratori che non le possono svolgere", scrive il presidente della cooperativa, Vincenzo D’Agostino.

"Bisogna intervenire subito e non procrastinare. Non è possibile che le continue provocazioni d’imprenditori che non hanno compreso il ruolo fondamentale del porto di Salerno nel contesto Mediterraneo provochino l’esasperazione di lavoratori", hanno dichiarato Gennaro Imperato, coordinatore regionale Porti Fit Cisl, e Massimo Stanzione, segretario territoriale Fit Cisl Salerno.

È quanto si legge in una missiva indirizzata all'Autorità di sistema portuale del mare Tirreno centrale, presieduta da Andrea Annunziata, ai sindacati, alle istituzioni locali e a vari politici vari. Per tamponare la perdita la cooperativa potrebbe fare ricorso alla cassa integrazione per amministrativi e tecnici ed aprire lo stato di crisi aziendale. Senza un intervento regolatorio c'è il rischio di dover licenziare il 50% del personale per ottenere l’equilibrio economico. 

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