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Potenziamento dei collegamenti ferroviari diretti tra il porto di Trieste e la Slovacchia

Rafforzato il traffico intermodale e le relazioni commerciali

La cooperazione economica tra il porto di Trieste e la Slovacchia sta registrando una crescitia grazie al potenziamento dei collegamenti ferroviari, che stanno rivestendo un ruolo sempre più importante nell'economia regionale e internazionale. Da quando sono stati introdotti i primi treni diretti, nel 2016, al 2023 si è arrivati a oltre 400 treni operati con un volume di circa 27.500 teu movimentati.

L'aumento dei collegamenti è stato al centro dell'incontro "Porto di Trieste - Slovacchia: relazioni economiche e opportunità", che si è tenuto oggi, 15 novembre, presso la Torre del Lloyd, dove ha la sede l'Autorità di sistema portuale del mare adriatico orientale. Nel corso dell'evento, a cui hanno partecipato diversi esponenti istituzionali ed economici italiani e slovacchi, è emerso che i collegamenti sono destinati a crescere. Allo stato attuale settimanalmente i treni che collegano i due paesi sono 5, di cui 3 verso Dunajská Streda e 2 verso Bratislava, l'obbiettivo del potenziamento è raggiungere i 500 treni entro il 2025.

Vittorio Torbianelli, commissario straordinario dell’Autorità di sistema portuale, ha sottolineato che il potenziamento del servizio ferroviario rappresenta un passo fondamentale per il rafforzamento delle relazioni logistiche ed economiche tra il Friuli Venezia Giulia e la Slovacchia. In questo contesto Trieste sta emergendo come uno snodo cruciale per il trasporto merci, in particolare verso il centro e l'est dell'Europa, con un occhio di riguardo anche alle future connessioni con l’Ucraina.

Il potenziamento dei servizi ferroviari è visto anche come un fattore chiave per Alpe Adria, società che gestisce i collegamenti con il porto di Trieste.

L'incontro si è concluso con un rinnovato impegno da parte delle istituzioni italiane e slovacche per favorire lo sviluppo delle relazioni economiche e logistiche tra i due Paesi, non solo in un’ottica di crescita bilaterale, ma anche come possibile motore di sviluppo per la ricostruzione dell’Ucraina, nell’ambito di un'Europa sempre più integrata.

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