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Crisi delle terre rare: tensioni globali minacciano la produzione auto

Limitazioni cinesi sulle terre rare mettono a rischio catene di fornitura e produzione globale auto

L’industria automobilistica globale si trova in una situazione critica a causa delle limitazioni imposte dalla Cina sulle esportazioni di terre rare, materie prime essenziali per la produzione di componenti ad alta tecnologia. Con oltre il 60% dell’estrazione mineraria e il 92% della raffinazione mondiale di questi metalli, Pechino detiene una posizione quasi esclusiva nel mercato, favorita da politiche pubbliche e normative ambientali meno restrittive rispetto ad altri paesi. Da aprile, la Cina ha introdotto l’obbligo per le aziende locali di ottenere una licenza per esportare terre rare, inclusi i magneti potenti indispensabili nel settore automobilistico, impiegati in motori elettrici, sensori e sistemi di frenata rigenerativa. Nonostante i recenti incontri tra rappresentanti cinesi e statunitensi a maggio, le autorizzazioni concesse restano insufficienti e frammentate, come denuncia la Clepa, associazione europea dei fornitori di componenti auto. Il processo appare opaco e incoerente tra province, con richieste che talvolta includono informazioni sensibili di proprietà intellettuale. La dipendenza europea è rilevante: il 98% dei magneti a base di terre rare è importato dalla Cina, e la produzione interna risulta tuttora poco competitiva e incapace di soddisfare la domanda crescente. Una possibile strategia è trasferire la produzione dei motori in Cina, ma ciò richiederebbe la riorganizzazione delle catene di approvvigionamento e nuove omologazioni complesse. Le conseguenze si fanno già sentire: chiusure temporanee di linee produttive in Europa, sospensioni in fabbriche americane come quella di Ford a Chicago e in Giappone con Suzuki. Anche in India il produttore Bajaj Auto segnala potenziali ripercussioni. La lentezza nelle concessioni di licenze alimenta timori di esaurimento scorte entro giugno, con impatti che potrebbero estendersi anche al settore elettronico. Tuttavia, un recente colloquio tra i leader di Cina e Stati Uniti ha lasciato intravedere una possibile distensione, con l’impegno a rimuovere gli ostacoli alle esportazioni di minerali critici. Rimane però incerta una soluzione rapida, mentre l’industria continua a confrontarsi con una situazione di alta volatilità e forte vulnerabilità.

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