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Petrolio in rialzo in Asia fra eccesso d'offerta e segnali misti

WTI vicino a 60$/b; scorte Usa aumentano mentre benzina scende ai minimi triennali

I prezzi del petrolio viaggiano in verde sui mercati asiatici: i contratti futures sul WTI si avvicinano alla soglia dei 60 dollari al barile, recuperando parte delle perdite registrate nella sessione precedente ma restando vicini ai minimi delle ultime due settimane, con l'attenzione degli operatori ancora saldamente concentrata sull'equilibrio tra domanda ed offerta. I dati Api/Doe statunitensi hanno mostrato un incremento delle scorte di greggio superiore a 5 milioni di barili nella scorsa settimana —il maggior aumento da luglio— mentre le riserve di benzina sono diminuite di quasi 5 milioni di barili, toccando il livello più basso da tre anni: segnali contrastanti che complicano le valutazioni di mercato. Aumenti produttivi dall'Opec+ e da produttori non aderenti hanno alimentato il timore di un eccesso d'offerta globale; sul fronte commerciale Riad ha ridotto i prezzi del greggio destinato agli acquirenti asiatici, sottolineando la capienza delle forniture. Il cartello ha comunque autorizzato un incremento moderato della produzione per dicembre, annunciando però la sospensione di ulteriori rialzi all'inizio del 2026 — una mossa che mitiga parzialmente le pressioni ribassiste e segnala prudenza di fronte a segnali di rallentamento della domanda. A livello di consumi, la domanda globale è salita di circa 850.000 barili al giorno nel corso dell'anno, leggermente al di sotto delle attese di JP Morgan, riflettendo una domanda statunitense più contenuta e un'attività di trasporto meno intensa. Sul finale, i future sul Brent avanzano dello 0,94% a 63,72 dollari al barile.

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