Nella complessa scacchiera geopolitica del Mar Rosso, un'audace manovra marittima si profila all'orizzonte. Compagnie navali provenienti dalla Repubblica popolare cinese hanno iniziato ad agire in maniera decisiva, espandendo la propria presenza in un contesto minato dalle insidie dei ribelli Houthi dello Yemen. Questa fazione, nota per i propri assalti di matrice missilistica e nautica, ha contribuito a creare un clima di tensione che dissuade molte imprese occidentali dal navigare quelle acque.
Flotte meno conosciute ed agili, quali la "Thong Gu Ji Lin" e la "Zhong Gu Shan Dong", si fanno largo tra le onde turbate, capitalizzando una sorta di invisibilità strategica nei confronti della minaccia Houthi. Questo avviene nel momento in cui giganti del settore come Cosco deviano le proprie rotte, attestando un drastico calo del traffico di container registrato alla metà di gennaio nel confronto con i mesi precedenti.
Una situazione aggravata dagli attacchi che hanno iniziato a fine novembre, coincidenti con le tensioni in Gaza, spesso camuffando motivazioni che trascendono la solidarietà palestinese e che hanno scatenato rappresaglie da parte occidentale. Di rilievo, una dichiarazione dell'Houthi che esclude attacchi a navi collegate a Cina e Russia, Paesi non coinvolti nell'alleanza con Israele.
Malgrado la richiesta Usa affinché Pechino frenasse gli Houthi attraverso Teheran, non vi è stata una risposta immediata. Un silenzio che potrebbe risuonare, con esperti come Cichen Shen di Lloyd's List Intelligence che suggeriscono una strategia di profitto da parte dei cinesi, fruttuosa malgrado i rischi nell'area. Tra le nuove comparse, Sea Legend e Fujian Huahui Shipping avanzano, forse effimeri, in attesa di capire i futuri sviluppi di questo quadro complicato, che potrebbe modificarsi con la conclusione della crisi.
Incroci pericolosi nel Mar Rosso per la navigazione cinese
Manovre navali in un contesto ad alto rischio
Pechino, Cina
Mobilita.news
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