Secondo Mario Draghi gli obiettivi fissati dall'Unione europea per il settore delle auto con scadenza il 2035 non sono più realizzabili. L'ex premier lo ha dichiarato oggi in occasione di un evento a Bruxelles, a un anno dalla pubblicazione del suo rapporto sul futuro della competitività europea.
"Attenersi rigidamente all’obiettivo del 2035 potrebbe rivelarsi irrealizzabile e rischia di consegnare quote di mercato ad altri, soprattutto alla Cina" ha detto. La regolamentazione sulle emissioni di CO2 va rivista: necessario "seguire un approccio tecnologicamente neutrale e fare il punto sugli sviluppi di mercato e tecnologici". La deadline posta per il 2035, come spiegato all'economista, "era pensata per innescare un circolo virtuoso: obiettivi chiari avrebbero stimolato gli investimenti nelle infrastrutture di ricarica, ampliato il mercato interno, spronato l’innovazione in Europa e reso i modelli elettrici più economici. Si prevedeva che settori correlati -batterie, microchip- si sviluppassero parallelamente, sostenuti da politiche industriali mirate". Questo però "non è avvenuto". "L'installazione dei punti di ricarica dovrebbe accelerare di tre-quattro volte nei prossimi cinque anni per raggiungere una copertura adeguata -ha spiegato Draghi-. Il mercato dei veicoli elettrici è cresciuto più lentamente del previsto. L'innovazione europea è rimasta indietro, i modelli restano costosi e la politica sulle catene di approvvigionamento è frammentata. Di fatto, il parco auto europeo di 250 milioni di veicoli sta invecchiando e le emissioni di CO2 sono diminuite appena negli ultimi anni".