Sulla linea Siracusa–Ragusa–Caltanissetta l’arrivo dei nuovi convogli Blues -acquistati con fondi Pnrr (Piano nazionale ripresa e resilienza) ed affidati alla gestione di Trenitalia— si è trasformato in un paradosso operativo: i rotabili, più moderni e diversi nella composizione dei materiali, avrebbero evidenziato problemi di compatibilità con l’infrastruttura esistente. Secondo le prime verifiche, il contatto ruota-rotaia accelera l’usura delle rotaie e solleva interrogativi sulla sicurezza, costringendo alla sospensione del servizio dall’agosto scorso in attesa di interventi correttivi non ancora definiti. La chiusura ha imposto a migliaia di passeggeri l’uso di autobus sostitutivi su arterie provinciali spesso dissestate, peggiorando tempi di percorrenza ed affidabilità.
La sospensione penalizza comunità e filiere locali: città come Ragusa, Modica, Scicli e Comiso (con il suo aeroporto) si trovano di fatto meno connesse, studenti e pendolari perdono l’unico collegamento praticabile per studio e lavoro, mentre il turismo legato ai luoghi di Montalbano subisce ricadute economiche. La vicenda ha messo in luce una falla più ampia: l’infrastruttura ferroviaria siciliana, eredità di decenni di sottoinvestimenti, non garantisce sempre adeguata interoperabilità con mezzi di nuova generazione. Mancano ancora risposte nette su responsabilità tecniche e sui tempi di ripristino: gli interventi richiesti potrebbero spaziare dall’adattamento dei convogli alle opere di adeguamento del binario. Per tenere alta l’attenzione pubblica un giovane pendolare, Gabriele Giarrana, ha raccolto le firme dei sindaci interessati e partirà in bicicletta da Caltanissetta lungo l’itinerario ferroviario per sollecitare soluzioni concrete. Finché non ci saranno chiarimenti tecnici e finanziamenti mirati, la regione continuerà a pagare il prezzo della mancata manutenzione infrastrutturale.