Alla laguna del capoluogo veneto serve un piano equilibrato tra promozione ambiente e sviluppo e che dovrà essere gestito dall'Autorità per la laguna di Venezia. Tra le competenze la gestione dei fanghi, le bonifiche, il Mose, la Zona logistica semplificata (Zls). Sono tante le questioni irrisolte che riguardano la città, la laguna e l'area industriale.
L'impianto era stato giudicato "troppo centralista" dal presidente della Regione Luca Zaia e dal sindaco Luigi Brugnaro, ma la maggioranza emersa dalle urne nella consultazione elettorale del 25 settembre potrebbe costituire una scelta per l'avvio di quella che potrebbe essere una vera e propria rivoluzione per il Veneto.
L'Autorità per la laguna di Venezia dovrebbe costituirsi, salvo sorprese e ritardi, nel 2023. Le scelte dipenderanno dal nuovo Governo. Questa dovrebbe occuparsi del Mose, che dal novembre del 2019 è gestito dal commissario straordinario Elisabetta Spitz, ma c'è allarme perché gli ultimi soldi disponibili della legge speciale arriveranno nel 2024.
Inoltre, servono finanziamenti per la difesa del territorio e la riconversione delle aree industriali dismesse, da adibire a nuova economia ed allo sviluppo. Un dossier sul federalismo fiscale e l'autonomia finanziaria è già stato consegnato ai leader della nuova maggioranza, in cui si chiede anche l'istituzione di una Zona logistica semplificata. Senza dimenticare la questione delle grandi navi, estromesse dal passaggio davanti a San Marco nel luglio 2021 per decisione del Governo Draghi, con il voto favorevole di Fratelli d'Italia.