Il governo federale, tramite Mark Carney, ha siglato un accordo con la provincia dell’Alberta per realizzare un nuovo gasdotto/oleodotto che collegherà i giacimenti albertoni alle coste della Columbia Britannica, dove è previsto un terminal portuale in acque profonde per l’esportazione verso i mercati asiatici. Il memorandum prevede la costruzione di un corridoio energetico volto ad aumentare la capacità di esportazione di greggio e a ridurre la dipendenza commerciale dal mercato statunitense. L’intesa è presentata come mossa strategica per diversificare i partner commerciali del Canada ed attenuare gli effetti della guerra commerciale avviata dall’amministrazione Trump.
Sul piano politico ed economico il primo ministro ha salutato l’intesa definendola "un passo importante per rendere il Paese più indipendente, resiliente e competitivo". Al suo fianco la premier progressista-conservatrice dell’Alberta, Danielle Smith, ha ribadito che collegare le risorse petrolifere canadesi a rotte oceaniche verso l’Asia rappresenta una priorità. L’iniziativa però suscita critiche da parte dei gruppi ambientalisti e di chi ritiene che l’espansione delle infrastrutture per i combustibili fossili contrasti gli obiettivi climatici nazionali. Sul piano tecnico restano aperte questioni operative: capacità di throughput, impatto sui corridoi ecologici, autorizzazioni federali e provinciali, nonché la progettazione del terminale in acque profonde per garantire sicurezza e conformità agli standard internazionali di movimentazione e stoccaggio del greggio.