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Assarmatori lancia l'allarme decarbonizzazione

Le nuove misure volute dall'Imo metterebbero fuori gioco il 73% della flotta r-ro-pax italiana

Uno tsunami di extra costi si sta per abbattere sulla flotta italiana di navi ro-ro e di traghetti. L'allarme arriva da Assarmatori che sottolinea come l’applicazione delle nuove norme Imo sulle emissioni e la contemporanea imposizione del pacchetto Fit for 55, si tradurranno in extra costi per oltre 300 milioni di Euro l’anno. 

Questo significa, in sostanza, che alcune iniziative messe in campo per favorire la sostenibilità ambientale rischiano di mettere in crisi, forse anche in modo irreparabile, il trasporto marittimo, con impatti in particolare sugli italiani che vivono sulle isole. Lo dimostrano i dati di due studi: uno è stato realizzato da Rina per Assarmatori ed è relativo all’applicazione alla flotta ro-ro pax italiana delle misure adottate dall’Imo volte al raggiungimento dei target di riduzione delle emissioni di CO2 per carico trasportato previste per il 2030. 

L'altro studio è stato elaborato dalla struttura di Assarmatori con focus sull’impatto del pacchetto Fit for 55 sul trasporto marittimo, con particolare riguardo al traffico passeggeri e merci per le isole maggiori e minori e alle Autostrade del Mare. 

Entrambi i report, presentati oggi, indicano le conseguenze dei cambiamenti in atto. Lo studio del Rina mostra come la flotta ro-ro passeggeri italiana si posiziona rispetto a una tra le misure adottate dall’Imo, ossia la valutazione del “carbon index indicator”. La nuova misura prevede l’assegnazione alle navi di un rating, da A a E: la prima fascia, ossia “rating A”, raggruppa le navi con le migliori prestazioni in termini di emissioni di anidride carbonica rispetto alle miglia percorse e l’ultima quelle con le prestazioni peggiori. 

Ebbene, l’analisi del Rina evidenzia che, già a partire dal prossimo anno, al momento dell’entrata in vigore della normativa, più del 23% dei traghetti italiani risulterà in ultima fascia, quella del rating E. Non solo: secondo il report, con la nuova normativa, un ulteriore 40% necessiterebbe di interventi radicali atti a migliorare l’efficienza energetica nel breve termine (rating D). In pratica, secondo il Rina, solo il 37% del naviglio italiano sarebbe in grado di rispettare i requisiti senza l’adozione di ulteriori misure (rating A-B-C). 

Se non si fa niente, la situazione peggiora, ovviamente: secondo lo studio, nel giro di tre anni, quindi entro il 2025, la flotta italiana si troverebbe in scacco, con più del 73% delle navi non ottemperanti alla norma e quindi potenzialmente non più in grado di navigare.

Passiamo allo studio condotto da Assarmatori circa l’applicazione del pacchetto Fit for 55 al settore del trasporto passeggeri e merci per le isole maggiori e le isole minori. Il report evidenzia come, anche in considerazione dei concomitanti effetti delle norme Imo già in itinere, si stia prospettando una situazione ingestibile per la flotta dei traghetti italiani, quella adibita ai collegamenti di lungo e corto raggio. La sola applicazione dell’Ets, secondo i dati acquisiti, potrà impattare sulla nostra flotta di traghetti con un costo totale superiore ai 275 milioni di Euro l’anno, di cui quasi 230 milioni per le navi ro-ro-pax impegnate sulle rotte a lungo raggio, per la Sardegna e per le Autostrade del Mare. 

Secondo lo studio, il maggior costo che mediamente ogni singola unità di questo tipo dovrebbe sostenere è pari a quasi 3,5 milioni di Euro l’anno: per un'unità in servizio sui collegamenti con le isole maggiori si potrà avere un costo aggiuntivo di 23 mila Euro a tratta. 

Aggiungendo, poi, gli effetti della Energy taxation directive l’impatto totale sulla flotta italiana sarebbe superiore ai 380 milioni di Euro l’anno: di questi, quasi 300 milioni sarebbero relativi alle navi ro-ro-pax impegnate nei collegamenti con le isole maggiori e oltre 40 milioni andrebbero a quelle destinate ai collegamenti con le isole minori. 

Poiché le accise colpiranno anche le unità inferiori alle 5.000 tonnellate, una nave impegnata nei collegamenti con le isole minori, che consumi 3.000 tonnellate all’anno di gasolio, vedrebbe i suoi costi per l’energia crescere di circa 1,2 milioni di Euro, l’anno, sottolinea il report di Assarmatori.

“Sono tutti dati che solo eufemisticamente possono essere definiti preoccupanti -sottolinea Stefano Messina, presidente di Assarmatori-. Sono dati che , purtroppo, confermano quanto la nostra associazione sta sostenendo da tempo: ossia che le misure volute dalla Commissione Europea per decarbonizzazione del trasporto marittimo, del tutto condivisibili in linea teorica, sono intempestive e rischiano di creare gravi danni non solo alla tenuta economica delle compagnie impegnate in questi servizi. Rischiano, anche, a valle, di impattare negativamente su tutta la filiera: servizi merci, trasporto passeggeri, turismo insulare".

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