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Mercato italiano fertile per auto elettrica

In Italia ci sono eccellenze universitarie per sviluppare innovative batterie allo stato solido

Il comportamento degli automobilisti italiani è compatibile con il passaggio all'auto elettrica. È quanto emerge da una recente indagine condotta dall’Associazione nazionale industrie elettrotecniche ed elettroniche (Anie): i proprietari di vetture con motore endotermico (alimentato a benzina e diesel) guidano in media un'ora e 15 minuti al giorno, percorrendo circa 40 chilometri. Un uso compatibile con i tempi di ricarica e con l'autonomia delle batterie. 

"Nelle restanti ore del giorno, l’auto rimane inutilizzata ed è potenzialmente collegabile ad una colonnina. La ricarica a casa è la più ampiamente utilizzata, circa il 90% dei proprietari di auto elettriche si è organizzato in questa maniera. Ma i numeri sono positivi anche allargando lo sguardo alla presenza di colonnine", sottolinea Michele Germani, direttore del Dipartimento di Ingegneria dell'informazione del Politecnico delle Marche, in un articolo pubblicato sul quotidiano "Corriere Adriatico". 

"Un elemento che potrebbe portare ad una vera accelerazione è l’affermarsi delle batterie allo stato solido" che "possono essere ricaricate ad una velocità in certi casi cinque volte maggiore" di quelle tradizionali. "Significa rimanere in sosta alla colonnina solo per pochi minuti". La giapponese Toyota ha annunciato di voler iniziare a produrle nel 2027, la nipponica Nissan il prossimo anno. Sulla stessa linea si muovono i produttori tedeschi Bmw e Volkswagen. 

"Nelle Marche -sottolinea Germani- sono presenti eccellenze universitarie per quanto riguarda l’ingegneria di processo, i materiali, la chimica. Mettendo insieme queste competenze si potrebbe aprire un capitolo molto interessante, sia nell’ambito della didattica che della ricerca, iniziando, ad esempio, con un nuovo corso di laurea, da mettere in campo in cooperazione con alcune aziende del Centro Italia, che già collaborano con le università" marchigiane.

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