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Aumentano gli attacchi hacker contro i porti: il Governo cosa fa?

Federlogistica: i reiterati appelli rivolti al Mims non hanno trovato ascolto

Federlogistica lancia l'allarme: gli attacchi hacker si stanno intensificando e prendono di mira i porti. Poi l'accusa: il Governo italiano non fa niente. Partiamo dai dati. Gli attacchi hacker sono aumentati negli ultimi tre anni di più del 900%. Il dato spaventa: bersaglio sono le attività marittime, in particolare i porti. I numeri sono quelli dell’Imo e concordano con quelli recentissimi diffusi da Naval dome, la società di security israeliana che ha fatto scattare il massimo alert sul rischio di attacchi hacker alle strutture portuali, con l’obiettivo di provocarne il collasso.

Secondo Federlogistica, il Governo si è mosso con decisione istituendo un’Agenzia ad hoc per affrontare questi pericoli e la Polizia Postale sta combattendo in prima linea e in modo encomiabile la battaglia per proteggere un Paese che dovrebbe essere invece in grado di gestire strutturalmente la sfida della cyber security: per contro, i reiterati appelli rivolti al Mims non hanno trovato ascolto.

“Di fronte a questo pericolo reale e a un numero sempre più rilevante di Autorità di sistema portuale, fra cui quelle di Genova e Savona e quella di Venezia, nonché di alcuni terminal, bersaglio di offensive di hacker -denuncia Luigi Merlo, presidente di Federlogistica-Conftrasporto- il ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili continua a comportarsi come se nulla stesse accadendo e si dedica, in maniera monotematica, al tema legittimo e certo importante della sostenibilità”.

“Mentre i principali porti europei sono stati inseriti dai rispettivi governi nella direttiva Nis, Network and information security, il nostro dicastero competente non si muove e le Autorità di sistema portuale, che avrebbero immediatamente bisogno di disporre di un cyber manager, sono costrette a navigare a vista -sottolinea il presidente di Federlogistica-. Reagiamo a un’offensiva proiettata verso il futuro con mezzi e tecnologia avanzati -conclude Merlo- con tempi, volontà e metodologie ottocentesche, dimenticando una
aderente a volta di più che la sfida della competitività, nei porti come nell’intero Paese, si gioca e si vince non solo sulle infrastrutture materiali, ma anche e, forse, specialmente sulla digitalizzazione”.

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