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Genova, Aspi costruisce il tunnel subportuale

Signorini: nel 2023 via ai cantieri per due anni di lavori. L'opera attesa da 60 anni

A Genova se ne sente parlare dagli anni '50 del secolo scorso, più o meno. Esattamente da quando, nel 1956, venne prevista nel nuovo piano regolatore generale la Sopralevata, la strada di 6 km che collega Sampierdarena con quartiere della Foce, approvata dal ministero dei Lavori pubblici nel 1959. Da allora si parla di un (mitico) tunnel sotto il porto o sotto il mare, addirittura, qualcosa di mitico, un po' Jules Verne e un po' Nuovo codice degli appalti.

Ebbene, adesso il tunnel sotto il mare, o meglio sotto il porto, pare diventerà realtà. D'altra parte sono passati appena 62 anni da quei primi discorsi, in fondo non è tanto per una città bradipo come Genova. E allora ecco che torna in auge il progetto di questo tracciato di 4,2 chilometri che, secondo quanto descrive il sito Genova24, collegherà viale Brigate Partigiane con lungomare Canepa, passando sotto il quartiere di Carignano, poi sotto il porto, riemergendo ai piedi della Lanterna presso lo snodo di San Benigno. 

Secondo il presidente dell'Autorità portuale del mar Ligure Occidentale, Paolo Emilio Signorini, uno degli attori interessati all'opera, ormai è fatta. Anzi, dice a Mobilità.news, "riusciremo senz'altro anche perché a Genova la domanda 'Riusciamo?' è passata di moda visto che la città ha dimostrato di sapere fare tante cose". 

Anche questo tunnel? "Sì -risponde Signorini- È, certo, un'opera molto delicata perché, essendo sub portuale, non interferisce come percorso. Però, nelle entrate e nell'uscita e in alcune parti del percorso progettuale, ha interferenze con attività portuali che dobbiamo assolutamente risolvere perché va protetta l'operatività del porto". 

Il presidente del porto è certo: avvio dei cantieri nel 2023 e, dopo un paio d'anni di lavori, il tunnel Subportuale di Genova sarà cosa fatta. Il progetto è stato depositato da Autostrade per l’Italia presso gli uffici tecnici di Regione Liguria per l’inizio del percorso burocratico. Il tunnel sarà costituito da due canne parallele, una per senso di marcia, collegate da bypass. Intanto Tecne, l’azienda ingegneristica del gruppo Autostrade per l’Italia ha fatto le indagini geognostiche. 

Per l'investimento, Aspi doveva mettere a disposizione 700 milioni di Euro: adesso che il traguardo è vicino la cifra è calata a 500 milioni. Autostrade inizierebbe a contribuire dal 2022 con 5 milioni di Euro, poi con 10 milioni nel 2023, 15 nel 2024, 100 nel 2025, 200 nel biennio successivo, 150 nel 2028 e 20 milioni nel 2029. 

Sulla carta il tunnel dovrebbe essere gratuito ma nello schema di accordo tra Aspi e Comune è scritto che “qualora l’importo complessivo dei due interventi di accesso all’Autostrada A10 da ricomprendere nella concessione risultasse maggiore di 930 milioni, la parte eccedente dovrà essere per intero soggetta a remunerazione tariffaria”. Insomma, se Aspi dovesse spendere di più, sarebbe autorizzata a stabilire dei pedaggi, almeno in parte, ma potrebbe anche far ricadere i maggiori costi sui pedaggi della rete autostradale nazionale. 

Al di là della preoccupazione che, alla fine, a pagare l'opera saremo come sempre noi cittadini, la realizzazione del tunnel subportuale comporterà una ingente produzione di materiale da scavo: da una stima effettuata da Aspi, il volume da ricollocare ammonta a quasi 2,5 milioni di metri cubi di smarino. Potrebbe essere utilizzato per i riempimenti della diga foranea o per il previsto tombamento di calata Bengasi. 

E la Sopraelevata che fine farà? Le lavorazioni di scavo e la messa in opera dei tunnel principali saranno realizzabili senza demolire parte strada della Aldo Moro (così' si chiama oggi la sopraelevata). L'altra parte non si sa ancora che fine farà, anche perché sono diverse le demolizioni previste. 

Il documento di Aspi introduce due aspetti che potrebbero essere decisivi per il futuro della infrastruttura costruita negli anni '60 del secolo scorso: secondo quanto riportato dal progetto, dovrà essere conservato il tratto minimo tra San Benigno e via Buozzi e dovrà essere poi demolita un'altra parte per la realizzazione delle rampe in interconnessione. Quindi, al massimo, la Aldo Moro potrebbe arrivare da ovest fino al Porto Antico: oppure potrebbe essere abbattuta in alcuni tratti o, ancora, trasformata in una passeggiata sullo stile della newyorkese High Line. 

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