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Grimaldi, la crisi del mare farà bene al Sud

L'armatore, presidente di Alis, è convinto che "il Mezzogiorno deve essere preparato per intercettare il reshoring destinato a durare"

Le sfide della logistica potrebbero fare bene al Sud Italia. Addirittura il caro diesel potrebbe essere la valvola che rilancia le autostrade del mare. Ne è convinto Guido Grimaldi, armatore e presidente di Alis, Associazione logistica intermodalità sostenibile. Ieri, a Napoli per la tappa di "Italia in movimento alla scoperta del Mezzogiorno", l'armatore ha detto senza tanti giri di parole: "i prezzi dei noli per i trasporti intercontinentali sono aumentati in due anni di cinque volte per le navi contenitori e di sei volte per le rinfusiere. Questo rende meno conveniente produrre in estremo oriente al punto che già 170 imprese italiane hanno fatto rientrare la produzione". 

"Una parte dell'incremento sarà legato a fiammate magari speculative, ma non rivedremo più i prezzi precedenti -spiega Grimaldi-. Ecco perché il Mezzogiorno deve mostrarsi preparato e attrattivo per intercettare un fenomeno, il reshoring, destinato a durare". 

Più di tanti progetti infrastrutturali, par di capire, è proprio il caro carburante a cambiare la geografia di produzione e consumi, selezionando le modalità di trasporto. "Le navi delle compagnie rappresentate in Alis hanno aumentato i noli soltanto del 20%", mette in chiaro l'armatore. Due sono i motivi del rincaro contenuto. Il primo è che le navi di trasporto camion, cioè le ro-ro, sono state ammodernate e utilizzano una tecnologia che consente di raffinare, con la catalizzazione, un carburante grezzo, bene che ha subìto meno gli incrementi di prezzo. 

Seconda ragione: le accresciute dimensioni delle navi, che arrivano a trasportare 500 tir, consentono in questa fase di ripresa di navigare con un buon livello di carico, intorno al 70%, abbattendo i costi unitari. 

Tutto questo si trasforma in un vantaggio per le autostrade del mare, per le quali l'Italia ha il 43,6% del mercato mondiale data la posizione strategica al centro del Mediterraneo e la presenza nel Baltico. Questo perché l'alternativa su gomma via autostrada subisce in pieno il rincaro del diesel da autotrasporto e, soprattutto, deve fare i conti con la carenza di personale. 

«In Italia mancano 20 mila autisti di tir e anche noi armatori abbiamo bisogno di migliaia di marittimi, macchinisti e operatori logistici -sottolinea Grimaldi-. Secondo uno studio di Srm Intesa Sanpaolo fatto in collaborazione con noi di Alis si può stimare l'impatto positivo della catena logistica in un risparmio di 3,4 miliardi di Euro per le famiglie italiane". Un risparmio che, ricordiamolo, va inteso come mancato rincaro rispetto a forme di trasporto tradizionali via strada. 

Un'altra delle novità della nuova situazione che si è venuta a creare, secondo l'armatore, riguarda il ritorno alle scorte di magazzino. "Il mito del just in time è superato dalla realtà -fa notare Grimaldi-. Con il covid, e adesso con la guerra, le aziende hanno riscoperto l'importanza di avere riserve di componenti nei propri magazzini e questo vuol dire che a me chiedono prezzi bassi più che consegne entro le 24 ore". 

Il timore del settore della logistica, a questo punto, è quello di essere inserito nel sistema Ets, il sistema di scambio europeo delle quote di emissione: un'ipotesi che aumenterebbe i costi del trasporto navale e che, secondo Grimaldi, potrebbe portare alla chiusura di alcune tratte delle autostrade del mare. "Il pericolo -sottolinea l'armatore- è quello di fare un salto indietro di 30 anni facendo tornare milioni di camion all'anno sulle strade e aumentando del 70% le emissioni di CO2". 

Alis è anche impegnata per il rilancio del Marebonus, attivo ancora per il 2022 ma con uno stanziamento limitato a 19,5 milioni di Euro. "Servirebbero 100 milioni di Euro", dice Grimaldi, anche se il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, proprio ieri dal palco di Napoli ha, di fatto, detto no. 

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