L'autotrasporto viaggia in chiaroscuro almeno circa gli stanziamenti previsti per il ferrobonus, ossia i contributi al trasporto combinato strada-rotaia e per il marebonus, i contributi strada-mare. Entrambi sono fermi e dovrebbero essere erogati: nell'attesa, però, oggi due associazioni del trasporto hanno diffuso comunicati su questi provvedimenti prendendo di fatto due posizioni diverse.
Conftrasporto mostra toni preoccupati. Tutto parte da una dichiarazione del ministro del Mims Enrico Giovannini, secondo avrebbe definito “superati” questi sostegni, o meglio, secondo cui il ministro chiede se sia possibile “immaginare qualcosa d’integrativo o di migliorativo”. Secondo altre fonti, Giovannini avrebbe detto anche che “marebonus e ferrobonus sono stati soggetti ad analisi e verifiche e hanno passato il test, hanno dimostrato di essere stati e di essere utili”.
Nella nota divulgata dal presidente Paolo Uggè, viene fatta l’ipotesi che “qualcuno deve aver frainteso”, perché “il ministro non può aver rilasciato affermazioni tanto in contrasto con la politica concordata dal Governo con le federazioni dell’autotrasporto sui bonus per l’intermodale”. Nella nota, Uggè concorda che “qualche cambiamento sarebbe necessario”, come “assegnare dei voucher direttamente ai vettori, e non a chi gestisce l’armamento”.
Sull'argomento si è espresso anche il padrone di casa dell’evento napoletano, la tappa di "Italia in movimento alla scoperta del Mezzogiorno", dove, pare, il ministro Giovannini abbia lanciato le dichiarazioni sibilline: parliamo del presidente di Alis, Guido Grimaldi, che ha fatto riferimento ai due contributi, chiedendo l’aumento dello stanziamento dagli attuali 20 milioni a 100 milioni di Euro all’anno dal 2022 al 2030 (Grimaldi, la crisi del mare farà bene al Sud).
Grimaldi ha anche affermato che nel 2021 le imprese hanno trasferito dalla strada alla rotaia e al mare spedizioni equivalenti a 5,6 milioni di camion “abbattendo così 4,8 milioni di tonnellate di CO2 e risparmiando circa 2,2 miliardi di Euro all’anno di costi di esternalità”.