"II gas si paga in Euro". Lo ribadisce l'Ue dopo che l'Ungheria ha dato notizia dell'intenzione di pagare in rubli il gas russo, di fatto cedendo alle pressioni di Mosca. Non solo. Accusata da vari governi di aver fornito linee-guida ambigue, con le varie società energetiche pronte a muoversi in ordine sparso, la Commissione europea rincara la dose definendo le modalità per il pagamento del gas russo: le aziende europee possono aprire un conto corrente in Euro (o in dollari) presso Gazprombank, ma non possono aprire il secondo conto in rubli. Altrimenti incorrono in sanzioni.
Non si sa ancora, però, come andrà a finire la questione. Non è scontato, infatti, che Mosca accetti questa soluzione che, da parte Ue, rappresenterebbe un modo per andare incontro, in qualche modo, alle richieste del Cremlino. La strategia non è apprezzata da tutti, anzi: Polonia e Bulgaria, per esempio, hanno subìto uno stop delle forniture perché si sono opposte a qualsiasi richiesta di Mosca e si sono rifiutate di modificare l'attuale sistema per i pagamenti delle fatture.
Fino a prima del decreto il sistema prevedeva che le aziende europee che compravano gas da Gazprom versassero periodicamente il corrispettivo per le forniture sul conto corrente della società russa presso una banca nell'Ue, in genere posizionata in Lussemburgo: quando arrivava il versamento, il contratto veniva considerato onorato. Il decreto di Putin, invece, ha modificato unilateralmente i termini del contratto. Il nuovo atto prevede per le società energetiche europee l'obbligo di aprire 2 conti correnti presso Gazprombank: uno in Euro e uno in rubli. Il pagamento, dunque, si perfezionerebbe solo al momento del trasferimento da quest'ultimo conto a quello intestato a Gazprom, dopo il cambio.
Come spiega la Commissione, "la conversione potrebbe coinvolgere la Banca centrale russa: ed è proprio questo intervento che comporterebbe una violazione delle sanzioni". Non sarà possibile, dunque, aprire il secondo conto in rubli, anche se per Bruxelles ci si può fermare a metà strada, come dicevamo: aprire il primo conto in Euro e dichiarare onorato il contratto al momento del pagamento, cosa che, sempre secondo la Commissione "non comporterebbe una violazione delle sanzioni".
La data-chiave sarà il 20 maggio, quando molti Paesi dovranno saldare le rate relative alle forniture. "Nel caso in cui Putin non accolga il compromesso di Bruxelles, potrebbe scattare lo stop delle esportazioni di gas", spiegano fonti Ue. Uno scenario che avrebbe ripercussioni significative, visto che secondo l'Entsog, cioè la rete europea dei gestori dei sistemi di trasporto del gas, "la maggior parte dei Paesi non raggiungerebbe l'obiettivo di stoccaggio dell'80% entro il 1° ottobre". Lettonia, Estonia e Finlandia sarebbero esposte al rischio di taglio della domanda e sarebbero necessari prelievi di stoccaggio per soddisfare la domanda estiva".