Per lo shipping l’obiettivo di emissioni zero di CO2 entro il 2050 stabilito dall’Imo-International maritime organization è chiaro. Non altrettanto chiare sono le strade per raggiungerlo. Una mano a capire cosa possiamo fare la sta dando Ecospray, società fondata nel 2005 e, dal 2013, parte del Gruppo Carnival: l'azienda opera a livello globale ed è specializzata in soluzioni integrate per la riconversione sostenibile delle industrie marittime e terrestri e per la riduzione della dipendenza dai combustibili fossili.
Ebbene, in trema di shipping Ecospray ha elaborato tre nuove tecnologie di carbon capture nel settore navale presentate oggi a Genova, all’evento organizzato da Atena-Associazione Italiana di Tecnica Navale, che dal 15 al 17 giugno raduna i maggiori esperti di tecnologia applicata allo shipping.
Riduzione delle emissioni di CO2 attraverso l’utilizzo di ammine, idrossido di calcio o celle a combustibile a carbonati fusi sono i driver delle nuove tecnologie sviluppate dall'azienda che ha sede ad Alzano Scrivia, in provincia di Alessandria e una nuovissima struttura di ricerca e sviluppo nel cuore del porto di Genova.
Secondo la società, i sistemi di cattura e stoccaggio di anidride carbonica (CCS-carbon capture and storage) sono indispensabili per l’industria dello shipping, specialmente in riferimento al previsto primo taglio delle emissioni del 40% entro il 2030, che rappresenta la tappa intermedia nel cammino per l’obiettivo finale “zero” posto dall’IMO per il 2050. Questi sistemi serviranno anche a mantenere l’innalzamento della temperatura globale sotto la soglia dei 2 gradi centigradi.
"Ognuna delle nostre tre tecnologie può essere implementata in contesti diversi -spiega il presidente Maurizio Archetti-. Fattori come le dimensioni di una nave, la sua tipologia, la rotta che percorre e lo spazio disponibile a bordo condizionano notevolmente il loro ambito applicativo”.
Le novità sono tutte state studiate e sviluppate collaborando con università e centri di ricerca come il dipartimento di Ingegneria civile, chimica e ambientale dell’Università di Genova per quanto riguarda le fuel cell e con il dipartimento di Scienze della terra dell'Università di Torino per le tecnologie di Carbon capture con ammine e idrossido di calcio.