Migliaia di persone sono scese in piazza e lungo le strade in India per protestare contro il nuovo programma di reclutamento nelle forze armate, denominato "Agnipath", avviato la scorsa settimana dall'esecutivo guidato dal primo ministro Narendra Modi, il quale difende la sua decisione. La mobilitazione sta dilagando in tutto il Paese. Ieri sono stati bloccati 600 treni ed è stata occupata un'autostrada.
"Molte decisioni all'inizio sembrano ingiuste ma nel lungo termine si rivelano utili per il rinnovamento della Nazione", ha spiegato ieri il premier indiano. Il programma del governo prevede che nella procedura di ammissione volontaria dei giovani nei ranghi dell'esercito vi sia una corsia preferenziale per l'assunzione per coloro che hanno concluso gli anni di formazione.
Il consigliere per la sicurezza nazionale Ajit Doval ha cercato di rasserenare gli animi parlando di una prospettiva a lungo termine: "Non si tratta di una reazione istintiva che è arrivata dall'oggi al domani. Questa norma è stata discussa e dibattuta per decenni. Mentre tutti si rendevano conto che era necessaria, nessuno aveva la volontà o la capacità di correre il rischio. Ciò renderà l'India forte e sicura, nessun costo è abbastanza alto".
I manifestanti, però, non ci stanno. Chiedono il ritiro della proposta. Negli Stati dell'Uttar Pradesh e del Bihar migliaia di giovani nei giorni scorsi hanno preso d'assalto stazioni, dato alle fiamme treni, e avviato scontri con la Polizia. Per questo motivo, in vista delle manifestazioni di ieri, guidata dai partiti di opposizione, vari Stati hanno fatto chiudere le scuole, sospeso Internet, congelato il traffico ferroviario ed il trasporto pubblico, introdotto stringenti misure di sicurezza nelle zone centrali della capitale Nuova Delhi. La protesta continua.