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Effetto Venezia, gli altri porti vanno in affanno

Porto Marghera fa i conti con lo scalo commerciale, Chioggia accoglie la prima nave crociere

Venezia perde le crociere e questo sta creando una situazione complicata anche per gli altri porti limitrofi. Di fatto, dopo il decreto dell'agosto scorso, Venezia è uscita dalla top 50 dei porti europei e mediterranei: i lavoratori contestano che non si possa fare un piano e, nel frattempo, gli altri scali vanno in affanno. 

A porto Marghera, per esempio, si fa sempre più complicata la convivenza tra scalo commerciale e crociere: da qui a fine ottobre saranno circa 200 gli accosti previsti delle navi da crociera: potrebbero essere di più, ma le banchine sono disponibili soltanto nel fine settimana, visto che nei giorni feriali lo spazio si riduce a favore delle merci. Per fare spazio al traffico commerciale, durante la settimana arrivano, a seconda della disponibilità delle banchine, piccole navi da crociera, spesso di lusso: attualmente sono operative la banchina Lombardia (al terminal TN) e la banchina Liguria (al terminal Vecon). Per quanto riguarda le crociere, tutte le date disponibili al sabato e alla domenica sono state prenotate da Costa Crociere, con Costa Deliziosa (294 metri, 2.800 passeggeri) e da Msc, con Armonia e Sinfonia (entrambe 275 metri e dai 2.200 a 2.700 passeggeri).  

"Come toccate siamo quindi al 40% rispetto ai tempi d'oro quando eravamo tantissimi a lavorare e potevamo assumere anche tanti stagionali -spiega Antonio Velleca della Cooperativa Portabagagli del porto di Venezia-. Rispetto però al numero dei passeggeri siamo a un settimo. Le crociere hanno prenotato di qui a fine anno tutte le date possibili nei weekend, ma durante la settimana bisogna fare i conti con la priorità che viene data alle navi commerciali". 

Tutto questo trambusto è dovuto alla situazione di Venezia dove, per esempio, Vtp, Venezia terminal passeggeri non ha più un calendario con arrivi e partenze: le prenotazioni delle banchine da parte delle navi più piccole viene fatto nel giro di poco tempo, a seconda dell'ingresso o meno delle altri navi.

Dopo il decreto legge dell'anno scorso, che dal primo agosto ha vietato l'ingresso delle grandi navi in Bacino di San Marco, la crocieristica a Venezia è passata in secondo piano rispetto a prima, ribaltando i suoi effetti sugli altri scali, non attrezzati però a garantire i numeri di Venezia: Chioggia, per esempio, che di recente ha accolto in pompa magna l'arrivo della prima grande nave, accoglierà qualche crociera al mese. Due grandi compagnie come Costa Crociere e Msc non hanno rinunciato alla meta più ambita, ossia Venezia, mentre tante altre hanno dovuto ripiegare su Trieste. Altre soluzioni, per ora, non ci sono, a meno che in Laguna non si aprano altre possibilità con l'apertura ufficiale della seconda banchina al Terminal Tiv, che dovrebbe essere pronta, e della seconda banchina a Fusina. 

"Sono passati sei mesi da quando abbiamo chiesto gli indennizzi che ci spetterebbero come previsto dal decreto legge, ma non abbiamo ancora nessuna comunicazione ufficiale -sottolinea Velleca-. Per il 2021 sono previsti 5 milioni per le imprese che gravitano nel Porto e quest'anno 22,5 milioni per le stesse imprese. Stiamo sollecitando. C'è una scadenza di sopportazione umana che sta vacillando". 

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