La Guardia di Finanza ha fornito oggi il primo bilancio di un’indagine attivata dalla procura di Frosinone, ancora in fase preliminare, su una colossale frode che ha coinvolto 23 società. Al centro c’è un’impresa di autotrasporto della provincia di Frosinone di cui gli inquirenti non hanno fornito il nome: l’inchiesta, però si sta allargando a macchia d'olio estendendosi anche al commercio e perfino alla prostituzione.
Le informazioni che provengono dagli inquirenti sono ancora frammentarie ma sembra che l’organizzazione acquisisse società di trasporto in crisi per poi usarle per attuare frodi, alcune delle quali fiscali. I reati di cui sono accusati gli indagati vanno dall'associazione per delinquere, alla frode fiscale, all'indebita percezione di erogazione pubbliche, al trasferimento fraudolento di valori, alla truffa aggravata ai danni dello Stato, fino alla tentata estorsione e sfruttamento della prostituzione.
L’organizzazione sarebbe stata messa in piedi da un pregiudicato intenzionato a eludere le misure di prevenzione patrimoniali: per ottenere lo scopo ha intestato a dei prestanome ben 23 società, di cui sette con sede all’estero. Si tratta di aziende operanti soprattutto nei settori dell’autotrasporto, della vendita all’ingrosso di alimenti e bevande e alberghiero.
La GdF evidenzia l’importanza dell’indagine in quanto "si descrivono le attività di alcuni imprenditori che effettuano rilevanti attività nel settore della logistica attraverso l’acquisizione vantaggiosa di imprese in grosse difficoltà economiche, mediante prestanomi, poi utilizzate per effettuare una serie di attività che, nell'ordinanza del Gip di Frosinone, si ipotizzano essere illecite e esercitate a scapito delle altre imprese che operano legalmente”.
Gli inquirenti hanno individuato disponibilità patrimoniali per ventinove persone per un valore di 100 milioni di Euro, somma che è stata sequestrata. Il gip di Frosinone, Ida Logoluso, ha disposto la custodia in carcere per due persone, l’obbligo di dimora per altri sette e il divieto di esercitare l’attività professionale per dodici mesi nei confronti di un indagato e quello di ricoprire uffici direttivi per un altro.
Tra i reati commessi alcuni sarebbero stati indirizzati verso una società di leasing per l’acquisto di cinque autoarticolati: accusa anche per la percezione di un finanziamento coperto da garanzia statale, l’emissione e l’utilizzo di fatture false per oltre dieci milioni di Euro, la fittizia esportazione di merci per evitare il pagamento dell’iva e due case d’appuntamento per prostitute.
Come spiega una nota ufficiale della Guardia di Finanza i militari hanno cominciato a lavorare sul caso dopo “l’acquisizione di un importante asset aziendale di un noto imprenditore locale operante nel settore della logistica”: lo hanno fatto usando anche pedinamenti e intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche.