Autostrade per l'Italia (Aspi) potrebbe aumentare il prezzo dei pedaggi dell'1,5°% sulla sua rete di oltre 3000 chilometri a partire da fine giugno 2022. Lo hanno confermato i vertici della società concessionaria, che sottolineano come l'incremento arrivi dopo quattro anni di costi invariati. Al momento, comunque, la procedura è in fase istruttoria: è al vaglio della Corte dei Conti, dell'Autorità di regolazione dei Trasporti e del ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili (Mims).
"Il Governo congeli ogni incremento perché rischia di penalizzare ancora di più imprese e famiglie italiane alla vigilia delle vacanze estive. Vorrei comprendere come il ministero possa approvare un aumento di questo visto tipo visto che l'esecutivo sta facendo di tutto per cercare di congelare ed attutire i rialzi legati alla spirale inflattiva", è il commento del presidente di Federconsumatori, Michele Carrus.
Gli fa eco il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi: "Se il ministero dovesse autorizzare l'incremento tariffario presenteremo un ricorso al Tar del Lazio per bloccare incrementi vergognosi dei pedaggi che non appaiono in nessun modo giustificati. Gli automobilisti che utilizzano l'infrastruttura pagano ogni giorno il prezzo di un servizio in netto peggioramento, tra cantieri, ritardi, traffico e criticità varie. E per la logica del price-cap le tariffe dovrebbero diminuire, non certo aumentare".
Questa la replica dell'amministratore delegato di Aspi, Roberto Tomasi: "La revisione tariffaria, essendo già inserita nel Pef (Piano economico finanziario, ndr), è precedente e dunque non è consequenziale all'attuale incremento dei costi dei materiali", ma "poi ci sono voci di prezzo con incrementi superiori anche a questo". E comunque "non può essere un meccanismo col quale blocchiamo i nostri investimenti". Anzi "dobbiamo continuare a investire nella speranza che poi ci sia anche un elemento speculativo in questa fase che possa in qualche modo rientrare".