L'Italia fa un passo indietro sull'elettrico. A giugno scorso, infatti, le immatricolazioni delle auto elettriche hanno subito una frenata non da poco: tra Bev, elettriche pure, e Phev, cioè le ibride plug-in, le vendite si sono attestate a 13.014 unità, con un crollo del 7,83% rispetto a giugno 2021, quando sono state immatricolate 14.120 vetture.
I dati arrivano da Motus-E, associazione che raggruppa tutti gli stakeholders della mobilità elettrica: in dettaglio, a giugno le elettriche pure si sono attestate a 5.975 unità immatricolate, il 14,64% in meno rispetto allo stesso mese dell'anno scorso. Le ibride plug-in diminuiscono dell'1,14% registrando un totale di 7.039 unità immatricolate nel mese mentre le Bev conservano la quota di mercato dello scorso anno (4,7%) e le Phev vedono addirittura la propria quota aumentare leggermente, a 5,5%.
Guardando ai modelli più venduti, fino a giugno 2022, la Fiat 500E si conferma al primo posto tra le elettriche pure, con 3.576 unità immatricolate: seconda posizione per la Smart Fortwo, con 2.418 unità. La Dacia Spring, con 2.040 veicoli venduti, scende al terzo posto, mentre in quarta posizione c'è la Tesla Model Y, con 1.643 auto immatricolate. Chiude la top five la Renault Twingo, con 1.046 unità vendute.
"Gli incentivi non funzionano: è necessario rivedere il sistema -denuncia senza mezzi termini Motus-E-. I modelli disponibili per la fascia di prezzo incentivata, sotto i 35.000 Euro, sono meno del 30% di tutti quelli disponibili e già questo dato spiegherebbe le prenotazioni a rilento. A questo va aggiunto che le flotte e tutte le persone giuridiche, che rappresentano una buona fetta del mercato e garantirebbero poi un usato di qualità, non possono beneficiare degli incentivi".