Negli ultimi due anni la pandemia ha esasperato i comportamenti e l'irritabilità di alcuni passeggeri a bordo dei mezzi di traporto. In particolare il treno, che spesso e volentieri si è trasformato in una terra di nessuno. Si moltiplicano infatti le segnalazioni di aggressioni, insulti e addirittura violenze fisiche ai danni soprattutto dei controllori che a bordo verificano i biglietti e il corretto utilizzo della mascherina obbligatoria.
Una inchiesta giornalistica condotta dal quotidiano locale "Il Resto del Carlino" ha fatto un focus sull'Emilia Romagna. Dalle analisi emerge che nel primo trimestre 2022 sono state denunciate già 35 aggressioni. Una tendenza in deciso aumento sul 2021, anno record in cui le segnalazioni sono state 4 volte di più che nel 2019 (da 18 a 62). Nell’80% dei casi i lavoratori sono stati picchiati e sono finiti all’ospedale.
"È un problema di ordine pubblico, ma pur consapevoli di ciò abbiamo intrapreso una serie di azioni per la tutela del nostro personale", chiarisce l'amministratore delegato di Trenitalia Emilia Romagna (Tper), Alessandro Tullio. Per risolvere la situazione azienda e sindacati Cgil, Cisl, Uil e Orsa si sono seduti al tavolo. Si studia la possibilità di aumentare il numero di capitreno e assistenti, oltre dotarli di body-cam e far circolare le guardie giurate sui treni.