Con l'avvicinarsi della stagione fredda e la guerra fra Russia ed Ucraina che continua senza offrire orizzonti di pace il Governo italiano pianifica il risparmio energetico e studia possibili interventi sui prezzi. La minaccia del razionamento energetico è associata ai sacrifici di guerra.
Una situazione alquanto temuta dai politici, impegnati in proposte ottimistiche per la campagna elettorale. Per questo motivo i partiti hanno fatto un appello trasversale unanime al presidente del Consiglio dei ministri uscente, Mario Draghi, da "agire subito sulle bollette".
"Ammontano a 40 miliardi gli extra costi dell'emergenza energetica" e "l'impatto è devastante con il rischio di deindustrializzazione e minaccia alla sicurezza nazionale. Le imprese non possono attendere un giorno di più quelle misure necessarie a calmierare i prezzi di gas ed energia elettrica", è l'allarme lanciato dai presidenti delle Confindustrie del Nord, che hanno calcolato gli extra-costi nel 2022 in 36-41 miliardi di Euro.
Intanto, la guerra in Ucraina sta alimentando infatti la riduzione dell’offerta di fonti energetiche di origine fossile, come anticipato da Mobilità.news (Russia taglia 40% di consegne del metano). Mosca è il secondo esportatore al mondo di petrolio ed il primo di gas naturale. Nel 2021 l’Unione europea dipendeva per il 45% dalle importazioni di gas russo (ridotte ad un terzo nel 2022) e per il 25% dalle importazioni di petrolio (dovrebbero azzerarsi a fine 2022), ma adesso la situazione sta cambiando.
All'orizzonte si prospetta un periodo difficile in autunno ed inverno. Sotto il profilo dei consumi dei cittadini, piuttosto che sperare nella "sobrietà" o nel "risparmio" energetico si dovrebbe avviare una vera e propria "pianificazione" della riduzione dei consumi energetici e del razionamento. Misure accompagnate dal controllo dei prezzi, dalla necessità di garantire equità territoriale e sociale e da investimenti pubblici nella produzione di energia da fonti rinnovabili e di tecnologie verdi.