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Rischio liquidazione e futuro incerto per le Ferrovie sud-est

Scenario di crisi e soluzioni controverse per la gestione

La vicenda delle Ferrovie Sud-Est (Fse) raggiunge un punto critico, con rischi di emergenze inaspettate. Il Consiglio di Stato ha dichiarato nullo il trasferimento del gruppo Fse alle Ferrovie dello Stato (Fs) ed il contributo di 70 milioni di Euro stabilito dalla finanziaria 2015. Giovedì, il consiglio di amministrazione di Fse dovrà prendere atto della decisione, eliminando dal bilancio la somma etichettata come aiuto di Stato. Questo porterà il capitale sociale sotto il minimo legale, rendendo necessaria una ricapitalizzazione o la liquidazione. Fse è quindi costretta a convocare l'azionista unico, ovvero Fs, che a sua volta si rivolgerà al ministero delle Infrastrutture e trasporti (Mit) per chiarire la proprietà di Fse.

Il dicastero ha chiesto l'interpretazione autentica della sentenza al Consiglio di Stato: il decreto di trasferimento del 2016 annullato implica automaticamente la retrocessione di Fse al ministero stesso? La questione rimane aperta.

Se Fse ritornasse pubblica, il ministero potrebbe reintegrare i 70 milioni senza violare le normative europee sugli aiuti di Stato, ma ciò comporterebbe la gestione diretta dell'azienda. Se invece Fse rimanesse sotto Fs, i problemi finanziari di quest'ultima complicano ulteriori interventi di salvataggio. Fs è attualmente esposta verso Fse per 162 milioni di Euro, inclusi 70 milioni di prestito ponte del 2005.

Il Mit, guidato da Matteo Salvini, ha impartito la direttiva di proteggere i posti di lavoro (circa 1500 dipendenti) e mantenere il servizio di trasporto. Nel frattempo, la Regione ha adottato una delibera nel giugno 2023, firmata da Anita Maurodinoia, per prorogare il contratto di servizio Fse con una clausola di recesso in caso di contenzioso sugli aiuti di Stato o perdita dei requisiti di affidabilità.

Con 1,2 miliardi di Euro provenienti dal Pnrr (Piano nazionale ripresa e resilienza), Fse dispone di risorse significative per un potenziale rafforzamento patrimoniale. Tuttavia, l'attuale situazione lascia intravedere scenari come lo spacchettamento delle attività tra rete, ferrovia e servizi su gomma, uno sviluppo che potrebbe rappresentare il prossimo capitolo di questa complessa storia.

Sull'argomento vedi anche la notizia pubblicata da Mobilità.news

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