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Artusi (Federauto): i dazi colpiscono in particolare il settore auto europeo

Secondo il presidente distorcono i mercati, rallentano la produzione e generano inflazione

Il presidente di Federauto Massimo Artusi ha commentato le tariffe imposte dall'amministrazione Usa sugli scambi commerciali: "I dazi decisi da Donald Trump riguardano in varia misura tutti i Paesi che esportano negli Stati Uniti, ma colpiscono in particolare il settore auto europeo, già penalizzato da una decarbonizzazione che si muove sul terreno dell'ideologia anziché su quello del realismo. Ed è proprio sul piano del pragmatismo che l'Europa e l'Italia devono misurare le loro risposte all'iniziativa di Washington".

Artusi ha spiegato la sua contrarietà a guerre daziarie: "Dietro le illusioni muscolari che le motivano, esse provocano solo disastri: soprattutto in un mondo ormai globalizzato, come quello che viviamo, i dazi non favoriscono i commerci, distorcono i mercati, rallentano la produzione, generano inflazione e ricadono sull'occupazione". Ha poi indicato il settore dell'automotive come esempio delle conseguenze delle decisioni di Trump: "I dazi peseranno in negativo sulle auto europee esportate negli Usa, su quelle fabbricate negli Usa da produttori europei e su quelle dei produttori americani che utilizzano componentistiche europee. A questo quadro bisogna aggiungere l'impatto diretto sulla componentistica e quello, indiretto, sulla logistica che sarà sicuramente rallentata, complicata e resa più costosa per le procedure di frontiera". I dazi avranno ricadute pesanti, che però al momento non è possibile definire con certezza. Per contrastare le conseguenze negative il presidente ha supportato la necessità di trovare un accordo di libero scambio e di ridurre il peso dell'imposizione daziaria attraverso misure non tariffarie, come la revisione dei target degli standard del "Green deal" per incentivare la competitività dell'industria e non svantaggiare il cliente-consumatore. 

Della stessa idea è anche il vicepresidente di Federauto Plinio Vanini, secondo cui è necessario "intervenire immediatamente anzitutto per neutralizzare le politiche del 'Green deal' perseguite dalla Commissione UE il cui tenore non è sostenuto dal mercato", semplificare le regolamentazioni dell'automotive relativamente a standard di sicurezza, normative su emissioni e procedure di omologazione e proporre nuove iniziative che stimolino il mercato interno. 

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