Seoul punta a varare il suo primo sottomarino a propulsione nucleare entro la seconda metà degli anni ’30, ha dichiarato un alto funzionario del ministero della difesa durante una riunione di gabinetto. La notizia segue l’approvazione statunitense sui piani sudcoreani, resa pubblica giorni fa dal presidente Donald Trump, che su Truth Social ha affermato di aver autorizzato l’alleato e ha suggerito che la costruzione potrebbe svolgersi nei cantieri di Filadelfia.
A differenza dei battelli diesel-elettrici, i sottomarini a propulsione nucleare, grazie ai reattori imbarcati, possono operare prolungati periodi in immersione senza emergere per ricaricare accumulatori — un salto di capacità operativa che Seoul ritiene alla sua portata.
L’alto funzionario Won Chong-dae ha però precisato che, oltre alle competenze progettuali già consolidate nel settore dei sottomarini convenzionali, la realizzazione dipende dall’accesso al combustibile per reattori tramite consultazioni con Washington. Se l’iter autorizzativo e la fornitura dei materiali procedessero come previsto, la fase di costruzione potrebbe iniziare a fine anni ’20 con il varo della nave madre previsto per la metà o la fine degli anni ’30.
Il cantiere di Filadelfia, operato da Hanwha Ocean dallo scorso anno, è al centro delle discussioni: nonostante l’acquisizione ed un piano d’investimenti da 5 miliardi di dollari, osservatori rilevano carenze infrastrutturali per la costruzione di unità nucleari. Il segretario alla difesa statunitense ha espresso invece interesse a collaborare con l’industria navale sudcoreana, considerata tra le più avanzate. Sul piano politico, Pyongyang continua a dichiararsi uno stato nucleare “irreversibile” e ha respinto le richieste di denuclearizzazione; Seoul ribadisce però il proprio impegno per la denuclearizzazione della penisola e scarta qualsiasi ipotesi di dotarsi di armi nucleari.