Un’altra miccia politica si accende in Brasile dopo la decisione del presidente Luiz Inácio Lula da Silva di soggiornare a bordo di uno yacht privato durante il vertice Cop30 che apre domani a Belém, invece di utilizzare una nave della marina militare che, secondo fonti ufficiali, non risponderebbe alle necessità del protocollo presidenziale. La scelta ha sollevato critiche sull’opportunità e sulla trasparenza dell’operazione. I media locali indicano che lo scalandrone scelto è il Panfilo Lana 3, individuato tramite un’agenzia turistica. L’unità, imbarcazione di lusso già impiegata in passato per ospitare esponenti politici locali, sarebbe stata oggetto di perquisizioni e controlli giudiziari; il proprietario, titolare di una piccola flotta commerciale, era stato sfiorato da un’indagine che aveva acceso i riflettori sul suo giro d’affari.
Più che un semplice dettaglio logistico, la vicenda tocca nodi sensibili: sicurezza marittima, management dell’immagine istituzionale e la gestione dei rapporti con operatori privati nel contesto di eventi internazionali. Le autorità dovranno chiarire come la scelta sia stata motivata sul piano operativo e quali garanzie siano state prese in materia di sicurezza, responsabilità e trasparenza amministrativa. Nel frattempo, l’opinione pubblica e l’opposizione monitorano con attenzione ogni sviluppo.