Con un impegno finanziario vicino a 2,5 miliardi di Euro per il periodo 2021–2026, Bosch sta consolidando una strategia produttiva e di ricerca centrata sull’idrogeno. Oltre 3000 addetti sono già impiegati nello sviluppo delle relative tecnologie –più della metà dislocati in Europa– e l’azienda prevede di raggiungere un giro d’affari di circa 5 miliardi di Euro legato all’H2 entro il 2030. Non sorprende dunque la presenza massiccia del gruppo tedesco a Solutrans 2025, dove l’idrogeno è al centro del dibattito sulla decarbonizzazione del trasporto pesante.
Bosch porta avanti un approccio duale: da un lato moduli a celle a combustibile per la propulsione elettrica dei veicoli commerciali, dall’altro motori a combustione compatibili con l’idrogeno attraverso soluzioni di iniezione diretta ed indiretta. Quest’ultima strada è particolarmente indicata per veicoli pesanti destinati al lungo raggio ed ai carichi elevati, dove semplicità di integrazione ed infrastrutture di rifornimento sono fattori critici.
Parallelamente, nello stabilimento di Stoccarda‑Feuerbach è partita la produzione di un elettrolizzatore a membrana a scambio protonico (Pem), ovvero il processo inverso rispetto alla conversione energetica delle celle a combustibile mobili: produzione di H2 tramite elettrolisi. A Lione è arrivata inoltre la consacrazione istituzionale: il Deutscher Zukunftspreis 2025 è stato attribuito al team Bosch guidato da Christoffer Uhr, Kai Weeber e Pierre Andrieu per il modulo di alimentazione a celle a combustibile (Fcpm), definito tecnologia chiave per la mobilità ad impatto climatico zero.
Stefan Hartung, ceo di Bosch, ha sottolineato come il premio evidenzi il potenziale innovativo dell’idrogeno. Il Fcpm promette operatività ad emissioni zero per i veicoli commerciali pesanti, con robustezza industriale, rifornimenti rapidi ed autonomie fino a 1000 km con una singola ricarica.