Secondo i media locali, Teheran ha deciso di riallineare la tariffazione dei carburanti: a partire da circa il 6 dicembre la struttura a fasce resterà in vigore per le quote sovvenzionate, ma sarà introdotta una nuova soglia di prezzo per i consumi extra. Il sistema di tessere elettroniche continuerà a garantire 60 litri al mese al prezzo agevolato di 15.000 rial al litro (circa 0,14 USD al cambio non ufficiale) ed una ulteriore dotazione di 100 litri a tariffa intermedia di 30.000 rial (circa 0,27 USD). Chi eccede questi volumi dovrà invece pagare la nuova tariffa piena di 50.000 rial al litro (circa 0,44 USD).
La misura colpisce in modo particolare i veicoli di proprietà statale, quelli di nuova immatricolazione e le auto importate, che saranno assoggettati direttamente alla tariffa più alta, senza accesso alle quote sovvenzionate. Il piano, più volte rimandato negli ultimi anni per il timore di suscitare proteste come quelle esplose nel 2019, punta a ridurre il peso dei sussidi statali ma comporta inevitabili ripercussioni macroeconomiche. L’annuncio ha già influenzato il mercato valutario: nelle ultime giornate il rial si è deprezzato sul mercato parallelo, spingendo verso l’alto le pressioni inflazionistiche in un Paese dove la benzina rappresenta una componente chiave dei costi logistici e dei trasporti.
Sul fronte operativo, le aziende di trasporto stradale ed i fleet manager dovranno rivedere budget e pianificazioni dei rifornimenti, mentre le autorità dovranno bilanciare l’agenda di consolidamento fiscale con il rischio di un malcontento sociale.