Il presidente di Alis, Guido Grimaldi, avverte che le scelte regolatorie europee —in particolare Ets e FuelEU Maritime— stanno generando distorsioni: sono misure settoriali e geografiche, applicate principalmente al trasporto marittimo e focalizzate sulle rotte intra‑Ue, con il rischio di gravare in modo sproporzionato su operatori ed utenti europei. Il rinvio dell’Ets 2 per il trasporto su strada dal 2027 al 2028 aggrava lo squilibrio tra modalità, ampliando il divario competitivo tra Autostrade del Mare e trasporto esclusivamente su gomma.
Grimaldi segnala un fenomeno di back‑shift modale: diverse compagnie armatoriali registrano il rientro quotidiano di centinaia di camion dalle rotte marittime alla strada, vanificando investimenti in logistica marittima sostenibile avviati anni fa. Alis chiede quindi un intervento più deciso del Governo italiano a Bruxelles, per promuovere la revisione della direttiva Ets o, quanto meno, per garantire che le entrate generate dallo shipping siano reinvestite integralmente nel comparto marittimo a livello nazionale. A complicare il quadro è il rischio di doppia imposizione: oltre all’Ets già operativo, l’Imo sta per introdurre il Net Zero Framework, che potrebbe imporre oneri aggiuntivi a livello globale. L’effetto combinato aumenterebbe i costi operativi, accentuerebbe le distorsioni di mercato e, se i camion tornassero massicciamente su strada, comporterebbe un incremento di emissioni e di incidentalità.
Alis ricorda i risultati conseguiti: nel 2025 ha trasferito via mare 135 milioni di tonnellate di merci, sottraendo 5,6 milioni di camion alle autostrade italiane e riducendo le emissioni di circa 5 milioni di tonnellate di CO2. Questi numeri, sostiene il presidente, giustificano politiche che preservino la competitività e la sostenibilità del trasporto marittimo.