Dopo avere chiuso i rubinetti del gas a Bulgaria e Polonia oggi la Russia ha comunicato che sospenderà le forniture anche ad altri Paesi considerati "non amici". Per questo motivo alcuni analisti parlano già di una "guerra" dell'energia appena cominciata. L'interruzione è stata motivata con il rifiuto da parte delle compagnie statali di pagare in rubli, come prevede la nuova procedura disposta dal Cremlino.
"Gazprom ha sospeso completamente la fornitura di gas a Bulgaria e Polonia. Lo stesso dovrebbe essere fatto per quanto riguarda i Paesi ostili nei nostri confronti. Questo è ciò che è necessario fare. Ora dovranno spiegare ai loro cittadini come trovare una via d'uscita e a quali interessi hanno dato la priorità", ha dichiarato oggi il presidente della Duma, Vyacheslav Volodin, come riferisce l'agenzia di stampa Tass.
Il prezzo del gas in Europa è salito del 21% in seguito alla dichiarazione. Intanto, la Bulgaria ha fatto sapere che sta rivedendo i suoi contratti con Gazprom relativi al transito di gas russo sul suo territorio con destinazione Serbia e Ungheria. E mentre il ministro dell'Energia austriaco, Leonore Gewessler, annuncia che il Paese proseguirà a pagare in Euro, la Grecia ha convocato una riunione urgente per discutere di questo tema e il primo ministro Kyriakos Mitsotakis ha detto che Atene offrirà aiuto al governo di Sofia.