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Petrolio, la guerra fa bene all'India

Il Paese aumenta l'import di greggio Ural dalla Russia comprato a prezzi stracciati

Ce lo chiediamo da giorni e giorni: a chi fa bene la guerra tra Russia e Ucraina? Una risposta arriva adesso. L’India, infatti, è diventata il primo importatore di greggio russo Ural al mondo: ad aprile sono arrivati nei porti indiani 627 mila barili al giorno di greggio russo, contro i 274 mila di marzo e gli zero barili di febbraio. La segnalazione arriva da S&P Commodities che ricorda come il petrolio Ural coprisse, finora, appena il 3% dei consumi indiani. La produzione in Russia (uno dei primi tre produttori al mondo insieme a Stati Uniti ed Arabia Saudita) è di circa dieci milioni di barili al giorno: gran parte del petrolio estratto viene esportato e, se l'India continua con queste quantità, alle quotazioni attuali per Putin significa un incasso di circa 100 milioni di dollari al giorno. 

Cosa è successo dopo lo scoppio del conflitto è presto detto: dopo l’invasione in Ucraina il petrolio di Mosca è diventato difficile da piazzare in Europa e nei paesi occidentali. Questo anche perché normalmente i barili arrivano dai porti del mar Baltico dopo un lungo viaggio è lungo con costi salati rispetto a quelli dei paesi del golfo Persico e di Iran, che sono più vicini. E quindi? Quindi succede che adesso il greggio di Putin viene venduto on forti sconti: secondo le rilevazioni, ad aprile il costo medio di un barile di qualità Ural è stato di 69 dollari, 30-40 dollari in meno rispetto agli altri petroli. 

Di questa svendita a prezzi di realizzo si sta avvantaggiando soprattutto l'India che, dal giorno dell’invasione ha comprato circa 40 milioni di barili di petrolio russo, superando il quantitativo di tutto il 2021 e risparmiando approssimativamente 1,5 miliardi di dollari. Tra l'altro in questo momento il petrolio a basso costo è visto come una manna dal cielo perché riduce le pressioni sul costo del carburante. 

Un miracolo in un Paese come quello del premier Modi che, come tutto il mondo, sta soffrendo per l’inflazione tornata a essere un problema. Tanto che la banca centrale ha annunciato ieri un inatteso aumento di 40 punti base dei suoi tassi d'interesse portandoli al 4,4%, primo rialzo da agosto 2018 deciso dopo che l’inflazione è salita al 6,95% a marzo, il livello più alto degli ultimi 17 mesi.

Del tutto inascoltata, la Casa Bianca ha avvisato Nuova Delhi di non gradire l'acquisto di petrolio russo: non dando alcun ascolto a Biden, secondo quando riporta S&P, l’India, che importa l’85% del greggio che consuma, starebbe cercando di ottenere sconti più forti da Mosca per compensare il rischio di trattare il suo petrolio. 

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