È stata sgominata dai Carabinieri del nucleo di Genova, grazie alla denuncia della trasmissione "Le Iene", una vera e propri holding delle truffe. In un anno la banda ha messo segno oltre 300 colpi e ha ottenuto proventi illeciti per quasi 10 milioni di Euro. A smascherare questa che era stata definita un "multinazionale del crimine" sono stati i militari di Genova, diretti dal colonnello Michele Lastella e dal maggiore Francesco Filippo: sono state effettuate perquisizioni a 59 persone, che sono poi state arrestate, analizzando alcuni pc e supporti multimediali.
Secondo quanto riporta il quotidiano Il Secolo XIX, i militari hanno scoperto almeno trecento raggiri in tutta Italia: la maggior parte a Genova e in Veneto. La tecnica era quella dell’assegno circolare falso che serviva a pagare soprattutto acquisti di macchine spesso di grossa cilindrata: non a caso le indagini dei carabinieri di Genova sono scattate proprio dal raggiro compiuto ai danni di un noto ortopedico genovese che aveva messo in vendita la sua Porsche Macan e ha rischiato di non prendere un Euro.
La tattica era complessa ma efficace. Il venditore (raggirato) chiudeva l’affare convinto di avere un assegno circolare sicuro e, invece, alla fine si trovava con un pugno di mosche in mano. Alcuni dei membri della banda, per rendere credibile l'affare, si fingevano direttori di banca intercettando le chiamate fatte dai venditori per avere garanzie sull’incasso dell’assegno: alcuni addirittura facevano finta di essere dipendenti delle poste infedeli. Tutti questi personaggi, sono stati identificati ed erano tutti residenti nel napoletano.
L’organizzazione aveva anche una terza divisione che riguarda il business dei carburanti: la banda annacquava la benzina in distributori del Sud Italia compiacenti, utilizzando speciali oli arrivati dalla Slovenia, raggirando in questo modo centinaia di automobilisti che facevano rifornimento. I carabinieri di Genova, che hanno indagato sotto lo stretto coordinamento della Procura di Napoli, hanno eseguito 59 misure cautelari in carcere e hanno indagato una decina di altre persone. Ora stanno sviluppando anche il filone che riguarda il dark web, tentando di risalire ai pirati informatici che hanno clonato le carte di credito, mezzo principale di raggiro, e hanno fatto affari con il gruppo criminale.