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Marinerie ancora in protesta per il caro-gasolio

Scordella (armatori Pescara): "Il fermo della pesca è l'unica soluzione, in attesa di trovare rimedio"

Lo sciopero dei pescatori contro il caro-gasolio va avanti. Le marinerie abruzzesi di Pescara, Giulianova, Vasto e Ortona non arretrano. A poco è servito che la Regione abbia aggiunto 300.000 Euro al Fondo per l'attività ittica. C'è insoddisfazione dopo l'incontro tra le delegazioni della pesca e i rappresentanti del ministero delle Politiche agricole. A rischio c'è l'intero settore del pesce italiano, con ripercussioni anche nella ristorazione. 

 "Il gasolio aumenta giorno dopo giorno ed è impossibile andare a lavorare. Stiamo facendo delle proposte per ridurre le giornate di lavoro ma se lavori poco il problema non lo risolvi. Il problema più grande è stato quello di non aver ancora avuto un colloquio al ministero della Pesca, per capire se fosse il caso di fare un fermo", afferma il presidente dell'Associazione armatori di Pescara, Francesco Scordella.

"Come si nomina la parola fermo (della pesca, NdR) scoppia la guerra -aggiunge- ma secondo me è l'unica soluzione, anche perché ora siamo fermi, tra un mese e mezzo ci sarà il fermo biologico e allora voglio capire quale è la soluzione che c'è a livello centrale. Bisogna capire che non si può vivere in questo modo perfetto, che dietro una imbarcazione ci sono lavoratori, famiglie che hanno spese, persone che devono pagare mutui. Non si può vivere tenendo ferme le attività, tenendo conto che dietro c'è poi l'indotto della ristorazione, del commercio e dunque una filiera molto grande dietro al settore pesca". 

E conclude Scordella, a capo di una marineria fra le più importanti dell'Adriatico: "Per questo ripeto che l'unica soluzione sarebbe il fermo da attuare in attesa di trovare poi le soluzioni: per abbassare il prezzo del gasolio, tenendo conto che i pagamenti da fare arrivano comunque".

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