La multinazionale tecnologica statunitense General Electric ha licenziato i lavoratori della sua unità eolica on-shore. Si tratta di una decisione che rientra nel piano di ristrutturazione e di ridimensionamento dell'attività della divisione, alle prese con una domanda debole, costi in aumento, ritardi nella catena di approvvigionamento. Il taglio dovrebbe estendersi in Europa ed Asia Pacifico.
È quanto riferisce in esclusiva l'agenzia di stampa britannica "Reuters", che cita fonti vicine al dossier. Secondo costoro ieri la società avrebbe informato i dipendenti in Nord America, America Latina, Medio Oriente ed Africa. I tagli dovrebbero interessare circa il 20% della forza-lavoro dell'unità eolica on-shore nei soli Stati Uniti.
Da General Electric Renewables hanno fatto sapere che "si tratta di decisioni difficili" che "sono necessarie per garantire che l'azienda possa competere e migliorare la redditività nel tempo". L'eolico on-shore è la più grande delle attività rinnovabili della società americana, che nel settore impiegava 38.000 persone in tutto il mondo alla fine del 2021, creando il 15% delle vendite industriali dell'azienda lo scorso anno.
Tagli simili e per le stesse motivazioni sono stati effettuati il mese scorso anche da Siemens Gamesa, che ha presentato un piano per tagliare 2900 posti di lavoro, principalmente in Europa. Discorso simile per il produttore danese di turbine eoliche Vestas.