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Mobilità sostenibile: critica la situazione nelle città siciliane, secondo un rapporto

Milano in testa, seguono Firenze e Venezia

Il capoluogo lombardo si conferma per il terzo anno consecutivo in testa alla classifica (punteggio 69,2)dell’Indice di mobilità sostenibile (Ims) di Agici; calcolato su 43 città italiane (capoluoghi di provincia con oltre 100 mila abitanti), che è stato presentato stamattina nel corso dell’evento a Milano dal titolo “Costruire il futuro della mobilità italiana. Mobility as a service: da promessa ad opportunità concreta per cittadini e operatori". L’evento ha visto la partecipazione di autorevoli operatori nel settore della tecnologia e rappresentanti della pubblica amministrazione locale.

Il ranking (con un punteggio da 0 a 100) è basato su diversi aspetti della mobilità urbana: 24 indicatori raggruppati in 7 macro-aree tematiche: 1) trasporto privato; 2) trasporto pubblico; 3) mobilità dolce; 4) sharing mobility; 5) integrazione e politiche; 6) salute e sicurezza; 7) logistica last-mile. Dopo Milano seguono Firenze (62,6), Venezia (57,5), Roma (53,5) e Bologna (52,7). Tra le peggiori Messina (23,4), Catania (23,6) e Siracusa (23,7). Permane anche quest’anno il divario Nord-Sud nel livello complessivo di sostenibilità dei trasporti urbani. Il Sud ha registrato performance peggiori in tutte le aree, tranne per quanto riguarda gli indicatori di salute e sicurezza, quindi qualità dell’aria e incidentalità. I divari più ampi sono da imputare alla mobilità dolce – pedonale e ciclabile ed alla logistica last-mile.

In linea generale dal rapporto emergono anche delle tendenze, accelerate dalla pandemia, in tutte le città analizzate. Cresce del 15% l’elettrificazione delle flotte di autobus ed è in costante aumento -seppur lento- il rinnovo del parco auto. Si sta assistendo, inoltre, ad una tendenza di riduzione del tasso di motorizzazione, per ora nelle città del Nord. Migliora poi la quota di NO2: -14% e sono stabili i livelli di particolato PM10 e PM2.5. Per quanto riguarda la sharing mobility crescono dell’11% le flotte di car sharing e prosegue il boom dei monopattini (+38%). Aumentano anche le piste ciclabili (+5km in media per città) ed in particolare a Milano +13km; Venezia +14km; Palermo +13km; Cagliari +12km; Genova +20km. Le Isole pedonali mostrano un’estensione media stabile. Diminuiscono a Napoli e Palermo; crescono a Roma, Torino.

Per quanto riguarda le macroaree tematiche, Firenze (93,9), Milano (91,7) e Bologna (86,4) guidano la classifica nel trasporto privato, con una decrescita del tasso di motorizzazione e l’aumento della sostenibilità del parco auto mentre per il trasporto pubblico il capoluogo lombardo raggiunge il massimo del punteggio (100) seguito da Roma (89,2) e Venezia (85,3). Sono le città più piccole come Rimini (88,6), Padova (88,4) e Ravenna (79,7) invece ad avere un ranking migliore per quanto concerne la mobilità dolce con spazi e infrastrutture dedicate a mobilità ciclabile e pedonale. Gli investimenti nella sharing mobility vedono ancora una volta Milano come capofila (82,8) e a seguire Bergamo (50,3) e Firenze (47,8). Mentre sulla salute e sicurezza, ossia la qualità dell’aria e il tasso di incidentalità, il primato va a Reggio Calabria (99), seguito da Sassari (90,5) e Perugia (88,4). Infine, per la logistica last mile, ossia i veicoli commerciali, a guidare la classifica sono Firenze (99), Milano (90,5), Bologna (88,4).

Nel rapporto si evidenzia anche l’impatto sulla sostenibilità determinato dalle dimensioni delle città, per cui è necessario l’utilizzo di leve diverse a seconda del contesto. Per le città grandi e grandissime (da 250 mila ad oltre 500 mila abitanti), ad esempio, dovranno essere valutati investimenti importanti nelle infrastrutture per potenziare il trasporto pubblico locale rendendolo più efficiente. Così come sarà strategico colmare il gap sulla mobilità dolce con le realtà più piccole. Un percorso già avviato da Milano, Torino, Bologna. Nelle grandi aree, inoltre, dovranno continuare gli investimenti nella sharing mobility con un potenziamento delle opportunità per i cittadini.

Per le città medie (da 150 mila a 250 mila abitanti) sarà fondamentale l’integrazione tra il traporto pubblico locale e la sharing mobility, andando a coprire anche quelle aree che, per motivi di costo–efficacia, ad oggi non sono servite dai mezzi, così come risulterà vincente continuare nel percorso di infrastrutturazione della mobilità dolce.

Nelle città piccole (sotto i 150 mila abitanti), nelle quali l’offerta di trasporto pubblico locale è inferiore rispetto a città di più grandi dimensioni, è ipotizzabile un’integrazione di quest’ultimo con servizi a chiamata ed offerta di sharing. Anche per questi centri saranno necessari incentivi per la sostituzione del parco auto con una maggior diffusione dell’infrastruttura di ricarica. Infine, per quanto riguarda la mobilità pedonale e ciclabile è auspicabile prevedere stalli e piste per connettere punti di interesse come centri commerciali, scuole, università e stazioni.

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