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Apa (Uilm Liguria): "Il piano di Ansaldo Energia è un insulto ai lavoratori"

"Come fa l'ad a costruire un progetto industriale in assenza di ordini?"

Antonio Apa, coordinatore Uilm Liguria, in merito alla situazione dell'industria Ansaldo Energia, commenta in una nota che: "Leggo da organi di stampa che l’ad di Ansaldo Energia ha presentato alle banche il piano di rilancio che traguarda il 2027. Piano industriale che dovrebbe supportare la manovra finanziaria di cui il recente cda ha rinviato al 2023 in accordo con Cassa depositi e prestiti (CdP). La cosa incredibile è che a mio giudizio questo non è un piano di rilancio, ma un piano di affossamento di Ansaldo Energia. Questa bozza di piano, c’era già stata evidenziata a grandi linee ad agosto sulla base del lavoro svolto dai soloni della Boston che avevamo rispedito al mittente. L’ad pensando che quel piano potesse risollevare le problematiche di Ansaldo, ha insistito in modo pervicace a presentarlo alle banche. Questa bozza di piano dovrebbe essere presentata alle organizzazioni sindacali entro il 10 novembre. Parole … parole … parole …, come si fa a destrutturare la capacità produttiva dell’azienda addirittura scendendo da qui al 2027 al 23% dei ricavi, pensando di rilanciarla con il green tech ed il nucleare? E come si fa a dire di investire con innovazione di prodotto sulla CT36, quando la stessa non solo non sta dando ottimi risultati, ma addirittura contraddice le premesse del piano. Follia pura. 

Da quale mente eccelsa è scaturito il focus sul quale viene rilanciata l’attività industriale, quando gli elettrolizzatori hanno bisogno prima della commercializzazione e hanno la necessità di avere una forte referenza, in secondo luogo l’altro focus, ovvero il nucleare, che a secondo della predisposizione del piano rappresenterebbe l’altra gamba dell’azienda, cozza sostanzialmente sul fatto che il Governo ancora non ha preso nessuna decisione, e comunque sia l’una che l’altra hanno bisogno dagli 8 ai 10 anni qualora si verificassero le condizioni evidenziate. Come fanno le banche a credere a un siffatto piano industriale che non rappresenta nessuna prospettiva di rilancio per ansaldo? Se si destruttura la fabbrica, che rappresenta il vero core business di AE, ma quale ordine si pensa di prendere dai clienti con una ridotta capacità produttiva e quali ordini si pensa di prendere all’estero con il mercato italiano bloccato, in quanto gli stessi clienti a livello internazionale non affiderebbero nessuna macchina a un’azienda che ha ridotto le proprie capacità produttive. In questo contesto CdP continua a sottovalutare la vicenda Ansaldo e a stare alla finestra, continuando a rimandare la manovra finanziaria all’inizio del 2023, lasciando che AE prosegua la sua corsa folle verso un processo di forte ridimensionamento. Ma si rende conto Cdp che i problemi di AE sono gravi e drammatici? A partire dalla carenza di ordini e da una struttura organizzativa che non funziona. La fortuna di Ansaldo è stata sempre il modello organizzativo che partiva dall’ingegneria, coinvolgeva la fabbrica, i cantieri e il service, questo modello viene messo follemente in discussione mettendo a rischio circa 6000 persone tra diretti, indiretti e indotto. Le banche e CdP si rendono conto che AE è priva di ordini? E il capo azienda come fa a costruire un progetto industriale in assenza di ordini? Un insulto ai lavoratori che pagheranno le conseguenze di questa situazione. 

CdP invece di mettere un ulteriore uomo di finanza avrebbe dovuto inserire un soggetto fortemente posizionato sulla politica industriale e che capisse soprattutto di organizzazione, così come è stato fatto in Saipem. Ora in assenza di ordini, e con uno scarico di lavoro di 200 mila ore entro febbraio si pone un problema transitorio a partire da marzo in avanti che avrà conseguenze devastanti nei confronti dei lavori attraverso strumenti congiunturali. Si tolgano dalla testa CdP ed il capo azienda che noi possiamo accettare una simile situazione in assenza di un progetto industriale credibile. Si rende necessario, a mio giudizio, che Fim Fiom Uilm chiedano un incontro rapido ed urgente al Comune ed alla Regione e congiuntamente chiedere un incontro al ministero dello Sviluppo economico con la presenza di CdP, perché è responsabilità di tutti fare in modo di non destrutturare un asset industriale importante del Sistema Paese. Se il Governo non dovesse darci udienza rapida allora saremo costretti ad alzare il tiro per far diventare AE un problema politico con atti di forte mobilitazione".

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