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Polestar si dissocia dalla Fcai per sostenibilità

Ed affronta i limiti sulle emissioni in autonomia

Polestar, nota azienda svedese di autoveicoli elettrici controllata da Volvo Cars, ha deciso di seguire le orme di Tesla, pioniere degli EV (veicoli elettrici), ritirandosi dall'ente principale dell'industria automobilistica australiana, la Federal Chamber of Automotive Industries (Fcai). Questa mossa è stata motivata dalla percezione di una manovra dell'ente volto ad ostacolare l'avanzamento verso una mobilità più sostenibile ed a favore di regole meno stringenti sull'inquinamento. Entrata nel mercato australiano nel 2022, Polestar si distanzia così dalle posizioni della Fcai, che ha recentemente criticato le politiche proposte dal governo laburista circa l'introduzione di normative più rigorose sulle emissioni dei veicoli.

Il governo di Anthony Albanese ha proposto uno standard di efficienza per i carburanti per limitare le emissioni dei veicoli nuovi, con l'obiettivo di ridurre del 60% tali emissioni entro il 2030. Questo standard punta a favorire l'importazione di veicoli elettrici o di veicoli a combustione interna più efficienti, imponendo penalità per i costruttori che superano i limiti prefissati. Nonostante la Fcai abbia espresso sostegno verso uno standard di efficienza del carburante, ha criticato il piano del governo, sottolineando che il periodo di cinque anni per il raggiungimento degli obiettivi sia troppo limitato e possa portare ad un incremento dei costi per i nuovi veicoli e ad una potenziale riduzione dell'offerta di determinati modelli sul mercato australiano.

Samantha Johnson, amministratore delegato di Polestar Australia, ha dichiarato che la posizione assunta dalla Fcai non rappresenta quella di Polestar e ha espresso preoccupazione per il possibile impatto negativo sulla percezione dei consumatori rispetto alle iniziative per la riduzione delle emissioni.

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