Da oggi la Cina vieta la commercializzazione di biciclette elettriche che non rispettano i nuovi standard di sicurezza nazionale. Le prescrizioni introducono requisiti più rigorosi: materiali plastici con proprietà ignifughe, velocità limite omologata a 25 km/h, sistemi anti-manomissione e, per i mezzi impiegati in attività commerciale, l’obbligo di moduli di localizzazione. Pechino giustifica la stretta con la necessità di contenere incidenti stradali, incendi dovuti a batterie e alterazioni illecite dei veicoli, fenomeni che negli ultimi anni hanno provocato vittime e danni rilevanti. La norma non si limita al singolo componente: mira ad aumentare la tracciabilità ed il controllo lungo l’intera filiera —dalla progettazione e produzione alla vendita ed alla registrazione— accelerando il ritiro dal mercato dei veicoli non conformi.
In Cina circolano circa 350 milioni di e-bike: il provvedimento impone alle imprese di adeguare processi produttivi, sistemi di certificazione e gestione post-vendita, oltre a potenziare ispezioni e controlli sui punti vendita. L’obiettivo, secondo il governo, è duplice: innalzare la sicurezza degli utenti sulle strade e ridurre il rischio di guasti, incendi e manomissioni che compromettono sia l’affidabilità funzionale dei veicoli sia la sicurezza pubblica.