Nel 2024 le importazioni statunitensi di prodotti petroliferi sono diminuite di 210.000 barili al giorno (b/g), arrivando a una media di 1,8 milioni di b/g. Tutte le tipologie di carburante -benzina, gasolio, carburante per aerei, oli non finiti, ecc- hanno visto un calo. Lo ha reso noto uno studio dell'Energy Information Administration, l'agenzia statistica e analitica del Dipartimento dell'energia degli Stati Uniti d'America.
La quota maggiore delle importazioni di prodotti petroliferi è rappresentata dalla benzina per autotrazione, il 36%, con 651.000 b/g; 75.000 b/g in meno rispetto al 2023. Il consumo di benzina, però, è rimasto invariato. Nel 2024 sono stati esportati 226.000 barili al giorno in più di quelli importati. Gli Stati Uniti, infatti, esportano i prodotti petroliferi dalla Costa del Golfo in grande quantità perché l'offerta supera la domanda: questa offerta però non è in grado di soddisfare tutte le esigenze degli Usa a causa di vincoli infrastrutturali che limitano la capacità di distribuzione in tutte le zone del Paese. Per questo risultano necessarie le importazioni in alcuni territori, attraverso i rifornimenti di Canada, Paesi Bassi, India, Regno Unito e Corea del Sud.
Il Canada è anche il principale esportatore di distillati verso gli Usa: il 95% dei 144.000 b/g importati nel 2024 proveniva dallo Stato confinante. Le importazioni di carburante per aerei, invece, sono state pari a 109.000 b/g nel 2024, contro i 127.000 b/g dell'anno precedente. In questo caso la Corea del Sud ha fornito il 71% delle importazioni, seguita da Canada, Cina, India e Kuwait.