Un'indagine su oltre 26.000 proprietari di veicoli elettrici in 30 Paesi, commissionata dalla Global EV Alliance e condotta tra settembre ed ottobre, mette in luce un impatto politico sulla domanda: il 41% degli intervistati dichiara che non comprerebbe mai una Tesla perché il marchio è fortemente legato alle posizioni politiche del suo fondatore, Elon Musk. Più in generale, il 53% afferma di "evitare certi marchi" per motivi politici. I dati, ponderati in base alla quota di ciascun Paese nel parco circolante EV globale, segnalano forti resistenze in mercati chiave: Stati Uniti 52%, Germania 51%, Australia e Nuova Zelanda 45%; anche in Norvegia — riferimento di penetrazione EV— il 43% dichiara di evitare Tesla. In Francia la quota scende al 21%, mentre in India è dell'2%. Il 12% degli intervistati a livello globale indica di evitare prodotti "made in China", con variazioni marcate tra Paesi: 43% in Lituania, solo il 2% in Italia e Polonia.
Ellen Hiep, portavoce della Global EV Alliance, interpreta queste differenze in chiave di offerta: nei mercati emergenti i modelli cinesi economici rappresentano una porzione significativa della flotta, lasciando scarsa alternativa ai consumatori; in Europa e negli Stati Uniti, invece, la gamma è più ampia e la scelta può includere marchi premium come Tesla. La controversia che circonda Musk —inclusi recenti appoggi politici e comportamenti pubblici ritenuti estremi da molti osservatori— ha alimentato appelli al boicottaggio. Tuttavia, dagli stessi ricercatori si sottolinea la difficoltà di tradurre intenti dichiarati in effetti concreti sulle vendite, dato che domanda, disponibilità di modelli e segmentazione di mercato restano fattori determinanti per la transizione elettrica.